E' la stagnante e assurda voglia di
essere felici che talvolta ci impedisce, posizionandoci due fette di
bresaola davanti agli occhi, di accorgerci che lo siamo già. E'
pateticamente stupida la razza umana, noncurante del giro di boa alle
montagne russe che la storia ci sta facendo passare attraverso, si
perde dietro l'ultimo spot, o al penultimo centro commerciale, o alla
terzultima macchina da comprare ed esibire in comodi bollettini
postali, o al quartultimo salone di bellezza, e non ci si accorge che
tutto va mutando. E' ci si indossa comodi e griffati abiti di
sopravvivenza, s'aspetta un dio qualsiasi che stenta ad arrivare, ci
si cosparge il capo di cenere, e poi si passa il ddt sui profughi
della guerra del petrolio, e ci si nutre di paure o si fa finta. E
dio, o chi ne fa le veci, ci osserva come si guardano i programmi di
Ferrara, e si schifa perennemente. Ma se ci fece a sua immagine, c'è
qualcosa che non quadra, forse un virus, oppure un trojan. E la corsa
alla sopravvivenza e all'approvvigionamento ci impedisce di pensar
comune, l'ego prende il sopravvento e ci si barcamena per sentieri a
cercare di evitare le miserie umane. E miseri, a spirale ruzzoliamo,
come pietre rotolanti, ed è difficile distinguere un sorriso da una
rèclame di dentifrici. E andremo a letto dopo Carosello quando lo
decideremo noi, non Carosello. E quando non è voglia d'essere
felici, è la paura ad apparire. E la stagnante e assurda paura di
essere felici speriamo solo termini giusto un istante prima di
toccare il fondo. Giusto un millimetro.
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