Da sempre nel mondo si sono susseguite
notizie che facendo il giro di bocca in bocca hanno assunto una forma
leggendaria. Anno del Signore 2013, l'avvento della rete, e
successivamente dei social network, ha scalzato il passaparola e
alimentato e fatto entrare nel mito storie di ogni sorta: s'è messo
in dubbio l'uomo sulla luna, si diceva che Paul McCartney fosse morto
e poi sostituito da un sosia. C'è chi racconta che Jim Morrison non
sia mai morto ma scomparso in un isola deserta. Stesso vale per Elvis
e persino Moana Pozzi, e Hitler. Si narra di una canzone “Gloomy
Sunday” che pare induca al suicidio chi la ascolta. E si racconta
che Morandi sia coprofago, che Vasco stia morendo e che sono arrivati
gli ufo. Si dice che l'11 settembre non sia mai esistito, che Obama e
Bin Laden siano la stessa persona, che l'Aids sia stato fabbricato in
laboratorio. A cadenza decennale si moltiplicano le interpretazioni
di Nostradamus, si predicono fini del mondo a tutto spiano e
catastrofi imminenti. Poi ci sono le leggende che ci inculca una
società malata che fa della tendenza e dell'apparire il proprio
vessillo: il lavoro sicuro e ben retribuito o peggio il posto fisso,
la pensione d'oro e il futuro roseo, la fine della crisi, la
redistribuzione equa delle risorse, i parchi non inquinati e le città
iperecologiche e tecnologiche. E poi ci son le leggende
dell'ultimora: il Berlusclown pulito, i saggi di Napolitano, una
finanziaria solidale e rispettosa dei ceti mediobassi, un'Italia in
crescita economico sociale, l'azzeramento della classe
politico-economica per far posto ai giovani, la fine delle guerre. Mi
è arrivata un'ultimissima: pare abbiano visto Gheddafi su una nave,
in compagnia di Jim Morrison, Mike Bongiorno ancora vivo e Tarantini,
far rotta verso la Sardegna. Ad maiora.
© salvatore digennaro
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