Chi
si contenta...
L'Italica
penisola, da sempre, è una nazione che s'accontenta, e talvolta
gode. L'italiota s'accontenta di qualsiasi cosa, in qualsiasi campo,
da sempre. Ci si è sempre crogiolati in qualsiasi dominazione, si
era napoleonici quando c'era da esserlo, si è stati borbonici,
savoiardi inzuppati, monarchici, repubblichini e repubblicani,
fascisti e comunisti all'occorrenza, filo russi e filo americani, e
berlusconiani, si è stati o s'è cercato d'essere qualsiasi cosa.
Gli italiani si accontentano d'essere governati da mezze calzette
autoproclamatesi al potere, come d'esser portati per la manina come
all'asilo nido, da professoroni che han scarso contatto con la
realtà. Ci si accontenta di stipendi da fame, magari a nero, o con
improbabili contratti capestro (tanto se non ci stai, sai quanti
stanno dietro la porta ad aspettare?). Ci vanno bene accozzaglie
tetrapartitiche che fan rimpiangere il pentapartito di craxiana
memoria. Ci si bea della musica di merda propinata dai network
musicali, dai film di cacca gentilmente offerti nelle sale e dalla
carta igienica stampata ed esposta in libreria, e dai fiumi di
diarrea inondati dalle tv si creano status symbol di sterco. C'è chi
s'accontenta di una poltrona e manda all'aria anni di battaglie, e
chi s'accontenta di battaglie inutili. Ci s'accontenta proni della
presenza dello Stato Pontificio quasi fosse un modo d'espiare in
terra il peccato originale della nascita. Ci si accontenta di non
sapere nulla delle stragi di stato, di Falcone e Borsellino, di
Piazza Fontana e Ustica, però si conoscono a memoria le musichette
degli spot pubblicitari.
E ci
si contenterà di rinviare il pagamento dell'IMU e non so fin quanto
si godrà dell'aumento dell'IVA. E alla fine ci si contenterà della
gita fuori porta, della mortadella al posto del prosciutto e del
lavoro a nero oppure a casa. E al solito, alla maniera tutta
italiana, si godrà, emorroidi permettendo.
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