Le
ballerine
S'avvicina
l'estate, e la calura sveste corpi più o meno esteticamente
guardabili, spargendo sudori per il pianeta Italia(già terra dei
nani). Svaniscono cappotti e maglie mentre abiti leggeri e succinti
si mostrano agli occhi del viandante.
Mia mamma m'ha sempre detto:
”hai tutti i vizi del mondo, a parte due:i vestiti e le auto”. In
fondo ha ragione, ma di certo un indumento solo al mondo genera in
me un senso antierotico per eccellenza, la calzatura da donna
propriamente detta “ballerina”. Persino la Bardot o Marilyn
perdono il loro fascino con codesta scarpa a metà tra una tinozza e
una bagnarola, dove il piede femminile agli occhi del cronista si
trasforma in estremità avicola per eccellenza. La parola “ballerina”
in se indica altri significati. Purtroppo non sempre alti
significati. Indica la Fracci, è vero, ma anche i tanti anzi troppi
sottoprodotti da supposte televisive (al secolo talent show) che
inducono madri represse da passati non accondiscendenti a ripiegare i
loro sogni verso i propri bimbi in improbabili scuole anzi squole di
danza. Ballerino è il sottosuolo italiano, come di nani e ballerine
eran zeppi gli scorsi governi e l'attuale parlamento autovotante e
autovotato. Ballerina è la classe politica italiana, da sempre, dal
locale al globale, e volteggia per uno scranno, da una parte
all'altra, alla Maiolo per intenderci. Ballerino è lo stato in cui
versa il lavoro in Italia. Ballerino è sempre il Giuda di Dylan Dog
e la ballerina del carillon è la più bella canzone di Ligabue. Ma
le ballerine, che orripilanti calcano l'asfalto sarebbero da vietare
per legge. Non mi si taccia di maschilismo però,
prima
del 1500 questo tipo di calzature era maschile.
© salvatore digennaro
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