Ahhh! come gioca Del Piero!
Hanno dedicato un pezzo del lungomare
di Jesolo ad Alessandro Del Piero. Solitamente le intitolazioni di
vie, piazze e quant'altro avvengono dopo la dipartita del
personaggio. Ma l'Alex nazionale, facendo i debiti scongiuri, è
ancora vivo, e ha portato in tournée in Italia la sua attuale
squadra, ovvero il Sydney, a Jesolo. Geniale, la preparazione nella sua terra d'origine: grande operazione marketing-nostalgia, bagno di folla, afflusso di turisti oltre la media ed economia
locale alle stelle, e l'omaggio al grande calciatore è bello e
pronto.
Nel gergo
giornalistico, il coccodrillo è un necrologio scritto in anticipo,
sotto forma di servizio televisivo, radiofonico o di giornale, sulla
vita di personaggi noti, al fine di averlo immediatamente pronto non
appena giunta la notizia della loro morte. Domenica 13 maggio 2012 si
consumò il coccodrillo calcistico per eccellenza. Del Piero, classe
74, usciva dalla storia del calcio, almeno quello in bianconero, da
vivo, con un giro di campo a partita ancora in corso; tingeva di
lacrime lo scudetto della riabilitazione Juventina, con un addio
annunciato dai vertici societari, in barba ai milioni di tifosi che
mai avrebbero voluto questo commiato. Nel calcio, macchinetta per far
soldi del nuovo millennio, la figura romantica del Pinturicchio,
sempre indissolubilmente legata ai colori dell'altra parte di Torino,
della fidanzata d'Italia, aveva quel tono di innocenza e purezza
tipico dei bimbi che calciano un pallone in un prato, come nella
canzone di De Gregori, e quel giro di campo in ovazione trasudava
poesia e malinconia. Metro dopo metro la memoria proiettava accanto
ai gol alla Del Piero e alle sue gesta in campo e fuori, i fotogrammi
dell'ultimo ventennio: dalla discesa in campo dell'imbianchino
arcoriano che mandava a puttane la penisola, passando per l'11
settembre e Genova, fino al quasi default e ad equitalia. Dal mio
diploma, all'università, alla laurea, al mio ritorno in patria, fino
al precariato post Tremonti e Monti. E come all'improvviso
ricordarsi davanti a un televisore con i lacrimoni agli occhi, Juve –
Atalanta 2002, ti fa capire che 20 dei tuoi 40 anni li hai fatti
saltellando virtualmente sul rettangolo di gioco assieme a lui e ti
senti inesorabilmente più vecchio. Ed un sorriso intriso di mestizia
ti fa pensare a Maurizio Mosca e al suo “Ahhh! come gioca Del
Piero!”. E ti vien voglia di fare la linguaccia al belpaese come ha
fatto lui e andartene a svernare tra i canguri. E palla al centro,
ricominciare a giocare, magari con un pezzo di lungomare che ha il
tuo nome, e le mani scaramanticamente a strizzar gli zebedei. Non sono superstizioso, ma non si sa mai.
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