La
faccia come il culo
Telelobotomizzata
in digitale, l'italica gente s'appresta a combattere l'arsura e la
paura con ferie low cost, sistemandosi alla meno peggio in lidi amici
o tentando lo scrocco verso amici ai lidi. Tra gli improbabili nomi
delle perturbazioni e il classico attendi attendi del calciomercato,
la tv sputa repliche di trasmissioni del passato, intervallandole con
i classici programmi estivi condotti da presentatori abilmente
riportati in vita per i mesi caldi, sembra li scongelino apposta.
L'altro ieri me ne sono andato al mare, in cerca di refrigerio e di
iodio, alla ricerca di un colorito appena differente dal mio consueto
bianco caseario. E tra umori e odori di creme abbronzanti, urla di
bambini e solite canzoni da spiaggia, ho chiuso gli occhi ed
ascoltato il brusio. Sotto gli ombrelloni si discorre circa il futuro
della penisola: la Fiat che chiude e va all'estero e l'Ilva che non inquina, il tartassamento
del governissimo, il processo Berluscomix, le case e le vacanze date
all'insaputa dei fruenti, il principino d'Inghilterra, il Paris
Saint Germaine che s'è comprato pure Cavani, la consueta solfa circa
la fine delle mezze stagioni, gli incendi dell'estate e la colpa
dell'Euro sempre e comunque. Improvvisamente una voce ben
distinta:”meno male che adesso torna lui a salvarci, altro che il carcere che vogliono fargli fare”. Riapro gli
occhi: un ultrasessantenne rosso come un'anguria sorride e fiero
rincara:”sta rimettendo su il partito e scende in campo per noi”.
Osservo tra le mani del bagnante un quotidiano, in prima pagina, il
faccione del Berlusca e una didascalia:è il momento di Forza Italia,
io non mollo! M'attraversa un brivido funereo, poi rifletto: in
spiaggia è normale trovare periodici datati, ma un giornale del 93
non me lo sarei mai aspettato.
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