dopo le ferie
Per una settimana ho staccato dal blog, non ho scritto nulla, sono entrato nell'ottica delle ferie, mi son lasciato sopraffare da un'accidia vestita da solleone, e mi son bollito al caldo di un agosto ai tempi della crisi. Ho visitato un giorno le spiagge joniche e la campagna murgiana, goduto di un paio di concerti-sagra-festa patronale nei dintorni di casa mia, e respirato i vicoli del centro storico della mia cittadina. Un dolce far niente autoctono pieno di buoni propositi per i miei resti mortali ancora in vita. Gli echi attorno mi dicevano di Berlusconiancoratraicoglioni, dei ciellinisenzaformigoni, della combriccola del compare nipote satanicamente attaccata alle poltrone e del lacolpaèdiGrillo; sentivo dell'Egitto in fiamme e della riesumazione di Mubarak, senza nemmeno la nipote. Un paio di cazzate sullo spread e il calciomercato, le 4 pappine della Juve alla Lazio, la scoperta dell'acqua contaminata di Fukushima nelle falde e nel mare e i soliti imbecilli che appiccano incendi per i boschi. Lo chiamano ordinaria amministrazione questo mondo all'incontrario dove conta principalmente spendere o apparire, dove un esercito di affamati si rimpingua sempre più e ovunque, mentre un'élite di pochi fortunati tiene la cabina di regia. E nel frattempo agosto si consuma e lascia intrasentire nell'aria un settembre molto intenso, ma si sa come sono gli italiani, come quando si andava a scuola, tutti bravi ma non si impegnano, tutti rigorosamente rimandati a settembre.
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