Shakespeare,
signore!
La legge dei pirati è
strana:
”NESSUNA SPADA DI
PIRATA può trafiggere un’appartenente allo stesso equipaggio,
neppur se traditore…..”.
E per il mio capo la
legge è legge.
È un uomo all’antica
lui, è già ricchissimo, potente, protetto politicamente, gli basta
smettere di solcare i sette mari per condurre una vecchiaia ben molto
più che dignitosa.
Ma è un idealista, credo
che lo ricorderanno perché ha affermato di essere un principe libero
e di avere la stessa autorità di far guerra al mondo quanto colui
che ha cento navi in mare, anche se nessuno ricorderà sicuramente le
cinque pinte di rhum tracannate prima di affermar tutto ciò.
È pure mezzo
rincoglionito, non si sposta più di 10 chilometri dalla sua isola
perché sta con una splendida donna mezzosangue e data l’età ha
paura che la solitudine sia maestra tentatrice della sua bella.
Altro che sette mari!
Poi s’è sparsa la voce
che sosta in queste acque, e di navi quì solo quelle in bottiglia,
che afferma di aver costruito lui. Se poi il lui in questione è
“colui il quale ti mantiene al suo servizio per leggere e scrivere,
perché so leggere ma non ci vedo molto bene…” e quindi tutto
sommato “…..ha un fottuto accento spagnolo, però è piacevole
sentirla leggere quel teatrante inglese…..Come si chiama?”.
Però è un romantico, si
tratta di Shakespeare!
Gli ho letto la tempesta
in una locanda, ed è rimasto così sconvolto che mi ha pregato di
viaggiare con lui e i miei libri; io le valide motivazioni di
lasciare la terraferma o meglio quella terraferma le avevo, dunque:
imbarcato per spirito d’avventura, membro ufficiale
dell’equipaggio, mozzo del capitano, addetto al Libro di Bordo,
anzi ai libri di bordo.
Altro che cento navi, non
ha neanche cento uomini, la ciurma comprende trentatrè ubriaconi
analfabeti portoghesi, di nome e di fatto; che lo seguono per il rhum
e un genovese che non capisce la lingua o è sordomuto, soltanto
beve, guarda il mare, suona la chitarra ed ogni tanto canta. Dunque
se canta non penso sia sordomuto, penso non voglia parlare di
proposito, però canta bene e non so se fa male…a utilizzar la voce
per il solo canto, Faber sembra che si chiami.
Io sono il
trentaquattresimo, però io “Alfabeto un po’”: dice il
capitano.
A.D. 1792. Mar delle
Antille: non c’è nave che passa, e i brigantini di Sua Maestà la
Regina setacciano le coste tutt’intorno a noi. Il governatore, una
volta era uno di noi, adesso par sia diventato onesto, oppure, più
probabilmente, ha qualche motivazione speciale per cotanta solerzia e
spietato accanimento verso i pirati; o che i pirati siano un
pretesto?
Il mio nome è George
Salgado , di professione uomo di penna , poeta, scrittore,
scribacchino e inguaribile malato d’amore.
D’amore per le donne,
s’intende.
E le ultime della mia
vita m’hanno portato fin qui, col culo su un trampolino, 30 metri
sull’oceano e un cannoncino in puro ottone, dono(?!?!)
dell’esercito olandese al mio capo, puntato contro il sottoscritto.
Peripezie sentimentali
hanno portato me prima via dalla Spagna(avevo una relazione con la
promessa dell’erede al trono), e poi dalla Francia(idem con la
duchessa De La Croix); riesco ad arrivare in Inghilterra e ottengo un
lavoro presso Sir David Garrick e la sua compagnia teatrale:
trascrittore di Shakespeare.
E trascrivevo per lui e
per me, due copie.
Grand’ uomo Sir
Garrick, non ho mai sentito tanti applausi a Covent Garden.
Per preparare una parte,
s’eclissava dal mondo per due mesi.
Aveva un debole per molto
strepito per nulla.
L’ha portato in scena
prima e dopo le sue nozze.
Che gran classe lady
Garrick, non meritava assolutamente d’essere lasciata in balia
degli eventi due mesi prima d’ogni rappresentazione. Ed io che
facevo dopo ogni trascrizione? Per due mesi la proteggevo dagli
eventi, me escluso. Facile capire perché siamo nelle Antille, io e
Sir Shakespeare.
La legge dei pirati è
molto strana:
“FINCHè ANCHE UN
TRADITORE è SULLA NAVE , GODE DI VITTO, RHUM E TABACCHI…”
Beh! Tabacchi lasciamo
perdere….Alloggio naturalmente con vista sul mare:il trampolino.
Dicevamo le donne: Lady
Mary Coleridge, figlia di Sir Trevor Coleridge, governatore
dell’isola: Da quando Sua eccellenza m’ha beccato con la figlia,
m’ha tolto dapprima dal suo libro paga come uomo di lettere a
corte, poi ha iniziato a perseguitarmi talmente tanto che sono stato
costretto ad accettare le allettanti offerte del mio nuovo signore,
Samuel Bellamy, professione pirata gentiluomo. Prima di imbarcarmi
dovevo stivare le scorte di caffè, tabacchi e zolfo per il fuoco.
Effettivamente era quel che stavo cercando di fare, sennonché mentre
intrattenevo Donna Miranda Bellamy son giunti i giannizzeri del
governatore e così fuga….son corso a bordo e la stiva, di mio,
l’ho lasciata vuota.
Il capitano è nervoso e
mi ha invitato al trampolino perché mancano i fiammiferi per la
pipa. Figurarsi sapesse il motivo di tal mia dimenticanza.
La legge dei pirati è
molto molto strana:
“IL COLPEVOLE DI
TRADIMENTO DEVE CAMMINARE SUL TRAMPOLINO FINO AL BORDO Più
ESTREMO,GLI VIENE PUNTATO CONTRO UN CANNONE,LUI SCEGLIE..…”.
Bella scelta: o muori con
in pancia una sfera incandescente, o muori in pancia ad uno squalo.
Ed io non sono certamente Giona, semmai Giuda. E ammesso non ci siano
squali, il qui presente George Salgado, uomo di lettere e di virtù,
e di origini pirenaiche, non sa neppur nuotare.
“……dunque mio
Signore se io son qui perché non c’è fiammifero a bordo,è dunque
mai possibile che funzioni il cannone?…E ammesso passi mai una nave
da assaltare, come si fa, visto che non abbiam fuoco per l’armi ed
ogni nave si? E dunque io son l’unico che scrive e parla tante
lingue, l’unico che può parlamentare con tutti gli equipaggi e
l’unico che per le guardie è senza taglia sul capestro……non
pensa, capitano ch’io serva più da vivo che da morto?”
“Parli bene spagnolo, e
poi sei l’unico che può leggermi le pagine di quell’inglese che
ha scritto dell’Edipo e di Romeo e Giulietta, dell’Amleto e
dell’Otello…….Sei libero! Anche perché devi finir di leggermi
molto strepitio per nulla dello stesso autore…..come si chiama?”.
“Shakespeare,
signore….”.
…………………………………….
“…..non vogliateci
pensar fino a domani. Saprò trovarvi io, allora, la punizione che si
merita. Orsù, pifferi e tamburi……..finito signore.”
“È bellissimo,
spagnolo. Ora ci vorrebbe la pipa…”
“Per me invece un bel
sigaretto…” .
Scintillio di scatola
d’argento con tabacchi, cartine e fiammiferi, Salgado estrae dalla
saccoccia.
“Ma quello è l’ho
donato a Miranda e lei dice d’aver perso! Maledetto spagnolo!”
La legge dei pirati è
molto molto molto strana ma la pazienza dei pirati ha un limite che
confina con la mia speranza d’imparare istantaneamente a
nuotare.Che Dio m’assista….
………………………………..
Sveglia spagnolo. Non è
ora di morir annegato, non vogliateci pensar fino a domani. Saprò
trovarvi io, allora, la punizione che meritate. Orsù, pifferi e
tamburi! E ci aggiungerei tabacco……..
“Signore, temo che i
fiammiferi siano bagnati…..”
“Fortuna che sai
leggere, spagnolo, che il diavolo ti porti,
………………………………..
“…..Dunque…………Personaggi:
Duncan, Re di Scozia; Malcolm e Donalbain, suoi figli; Machbeth e
Banquo, Generali del Re….”
“Forte questo
William…….Come si chiama?”.
“Shakespeare,
signore………………..”
fine
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