Rivoluzionari
a gettone
Eccoli
lì con le loro facce pulite, i vestitini all'ultima moda, i profumi
di fresco che avanza, di nuovo che avanza e di avanzo che avanza.
Eccoli sfoderare l'invettiva e l'anatema verso il potere costituito e
prostituito. Li vedi avanzare come un reggimento pronti a
destabilizzare l'ordine, Masanielli e Robespierre in salsa tonnata,
si muovono come in un risiko immaginario e acquisiscono pian piano a
colpi di miserabile riverenza, piccole particelle di potere, di
importanza e di credibilità. Ed i potenti o presunti tali, che
adorano l'inchino e il sissignore, li immaginano lacchè mediocri e,
prontamente e giustamente, se ne circondano. Tapini! Anni fa avevo
una fidanzata che si circondava di amiche più brutte di lei, per
sembrar più bella. Più o meno è la stessa cosa. Ah! La
rivoluzione! S'ergono come scudi contro il malaffare e il
clientelismo e il familismo, novelle Giovanna D'Arco, e si vanno
vantando di fuochi fatui frutto di autocombustione e autopiromania.
Pian piano le loro spade si svelano: son lame di carta argento tipo domopak e non taglierebbero manco una foglia. Sguainano le loro
lingue sibilanti e le rendono ossequianti. I Cegghevara sotto
formalina slinguettano come ramarri al sole e tutto fa brodo per le
loro papille gustative. Muovono felpati alla ricerca del potente e
come similGiuda tradiscono ad intervalli regolari, all'incontrare
qualcuno più potente. Aborrano la mediocrità coprendo specchi per
non venirne risucchiati e vendono i loro deretani al prossimo e anche
al precedente, immaginando lauti culi come loro pasti in un futuro.
Portatori sani di travi, ricercano pagliuzze da additare, e se
comprano una fender si credono tutti piccoli Clapton, con una
stilografica si immaginano novelli Shakespeare, e alla vista di una
telecamera si infellinano insulsi. Sono i rivoluzionari a gettone.
Ogni villaggio ne è pieno. Ed hanno un prezzo, al ribasso. Li
riconosci quando li vedi ripercorrere al contrario le stesse vie
dove marciavano col pugno alzato, ma non stanno protestando, no.
Quello è il passato. Adesso languidamente cercano l'abbocco con la
plebe, selezionandone con cura estrema gli esemplari più mediocri e
slinguazzanti, pronti a seguirli, offrendo loro pochi spicci e
chiappe ben aperte. I posteri la chiameranno scuola di pensiero.
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