sabato del villaggio
Il dolce armonioso suono di un quad mi
ruba a Morfeo. Caffè. Piscio. Telefonata di rito. Accendo il PC.
Solita rassegna(ta) stampa. Una notizia tra tette e culi, e tra le
supercazzole del comparenipote, i giudici comunisti, l'amico del
giaguaro e l'amico kazako mi colpisce: il leader dei Radiohead
assieme al bassista dei Red hot chili peppers e ad altri
megamusicisti han messo su una nuova fatica musicale, con un nome
atipico: ATOMS FOR PEACE. Curioso come un neonato mi impongo un
ascolto a loop vivendomi il sabato, con impegni, incontri, lavoro,
riposo e fancazzismi annessi. Il CD di Thom e c. mi accompagna lieve
come il taglio di un bisturi in un sabato apatico senza gloria ne
infamia, con una boccata d'ossigeno alternata a tante piccole gocce
di veleno. Mi sembra di essere il re di questo sabato estivo. Non
capisco perchè ci si renda inutile la vita raschiando i rancori
invece di affrontarsela come un assetato l'acqua, bevendone a più
non posso. Sarà la quieta e speranzosa malinconia disperata dei
ragazzi capeggiati dal genio di Oxford, ma i miei pensieri muovono
in queste strane direzioni. Alla fine il mio sabato volteggia tra
meccaniche dinamiche da automa, pensieri oscillanti, e sprazzi di
sereno, un po come la musica che ascolto. Freno. Mi sintonizzo col
pianeta, familismi, leccaculismi e clientelismi a gogò, d'ogni
colore e d'ogni dove, Berlusconi ancora tra le balle, l'economia
ancora più ai minimi, l'estate stenta ad arrivare ma meglio così
perchè non ci sono i soldi per le ferie, il Papa domani sarà
puntuale al suo Angelus, ci sarà la pasta al forno. Rifletto
sull'imprevedibilità del destino e dell'esistenza. Mi rinfilo le
cuffie dell'I-Pod di concorrenza: sette euro ben spesi. E mi ribeo
dell'elettronica degli Atoms. Domani una donzelletta che veniva dalla
campagna, non tornerà più al villaggio, si è fermata sulla strada
l'altro ieri, investita da un pirata, si chiamava Beatrice, come la
mia canzone più bella. Ma per qualcuno, purtroppo, questi son solo
numeri.
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