venerdì 3 aprile 2015

notti in Bianco








La notte è troppo bella per dormirla tutta, lì nascono le canzoni. Si materializzano come le belle donne quando aspetti un ascensore all'improvviso, come quando, stringendo mani per cortesia o per buona educazione, avverti una stretta differente, ti senti mancare il fiato all'incrociare uno sguardo, e balbetti, sudi e fuggi via lontano da perfetto codardo, perchè non sai che dire, perchè non è il posto nè il momento nè l'occasione giusta.
Poi, virulento il ricordo di uno sguardo arriva, annodando fili di seta immaginari in splendide invisibili aureole...poi ancora viene la quiete.......la tempesta, ai posteri dei bardi tutti...
Il fotogramma di uno sguardo è balsamo speziato su carni cotte vive e inebria fino alla pazzia, dopo s'archivia in raccoglitori di cartone carta da zucchero filato, per poi riprendere a loop.

Le canzoni nascono da uno sguardo impresso a fuoco nella retina, come quando si marchiano i capi di bestiame, col fuoco, con vampe mai cupe. Io, quando incrocio uno sguardo, ma non uno qualsiasi, mi sento un tardoadolescenziale disco in vinile, un Cyrano de Bergerac postdatato di me stesso, e lo sguardo si fa canzone: la fortuna di un desiderio lontano a prescindere, racchiuso nell'eternità di un verso...di una serie di suoni....di segni.. Sarà una terza dentizione o una Primavera bella come quella di Praga tanto desiderata, ma è irrefrenabile la voglia di riveder quello sguardo, giusto per tentar di capire se è possibile passar un paio di millenni assieme all'inconsapevole insano portatore dello sguardo, naturalmente senza impegno alcuno.

© salvatore digennaro

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