sabato 30 novembre 2013

dottor Lessing





Dottor Lessing 


Chi lo ricorda il dottor Lessing de "la vita è bella" di Roberto Benigni? Il medico tedesco con la passione degli indovinelli interpretato magistralmente dall'attore tedesco Horst Buchholz? 

Mi capita ultimamente di pensare a questo personaggio. 

Ambiguo, non cattivo di certo , ma complice afforza dei nazisti, Lessing vive il suo lavoro meccanicamente con la testa altrove, ai suoi fottuti rompicapo, totalmente dissociato dalla realtà ed assolutamente cieco alle problematiche di Guido-Benigni. 

In contrapposizione al lager ed alla paura del protagonista toscano c'è l'ansia di uno stupido indovinello per il medico. Non ci dorme persino la notte. 

Ve n'è di Lessing in questi tempi, personcine che vivono splendidamente in due belle fettine di pane che si angustiano per stupidate cosmiche, per inutilità formali, per coglionate atte a passare il tempo, mentre il resto del mondo vira in direzione opposta, soffre per faccende serie, non arriva a metà mese (quando va bene). 

I Lessing contemporanei, da non confondere coi Leggings, coi quali condividono comunque il cattivo gusto, presenziano le assemblee e i cenacoli intellettuali, volteggiano per i social network, facendosi carico e portavoce delle istanze più inutili e cretine, indossando fette di prosciutto sugli occhi al momento di affrontare temi più essenziali. Ma si sa, l'essenziale è invisibile agli occhi, soprattutto se coperti da affettati vari. 

Prendono tempo e perdono tempo, i dottori senza problemi vitali, e  s'ergono a Catoni colmi di morale, s'elevano ad esempi da seguire e a potenziali condottieri di battaglie insignificanti in partenza. 

Hanno tempo libero e lo usano autoelevandosi in un cielo miseramente vuoto. I fatti veri, la vita reale, i quesiti vitali, sono assolutamente altrove. Ma son contenti così, e si rimirano gaudenti davanti ai loro specchi opposti. 

A proposito di Lessing, la scrittrice premio nobel Doris Lessing. (casuale e singolare caso di omonimia) scrisse: "Possiamo abituarci a qualsiasi cosa; va bene, è un luogo comune, ma forse bisogna viverle, certe esperienze, per coglierne fino in fondo l'orribile verità.". 

I Lessing, quelli simili a Horst Buchholz, avranno sicuramente letto queste righe, meditato giusto un attimo, e poi ripreso i loro superflui argomenti di sempre.



© salvatore digennaro

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