domenica 28 aprile 2013

strategie


Come nei migliori film hollywoodiani, nel mentre il governo dell'inciucione si insedia. Con i media proni ad osannare chi dopo ventanni di governi alternati che ci hanno affossato, si mette insieme per salvarci. Arriva in giacca e cravatta, davanti a Palazzo Chigi, senza nessun controllo, un calabrese psicolabile causa crisi e spara a due carabinieri. Sono contrario ad ogni tipo di violenza, e sono vicinissimo alle forze dell'ordine colpite, come Pasolini credo che siano figli del popolo mandati a fare il loro dovere, a difendere lo Stato, e purtroppo anche i criminali votati dagli imbecilli. Spero che i ragazzi feriti si riprendano presto, ma ci sono troppe incongruenze nell'attentato e casualità alquanto strane. Come stranamente i media stessi stanno associando questo episodio alla protesta grillina in primis. Partono le foto dei ministri in visita ai feriti e l'indignazione monta come la panna sul gelato. Monta persino Alemanno. Unanime l'invito a moderare i toni, ed i richiami a strategie delle intenzioni, delle tensioni e le intenzioni. Medito e osservo e mi documento, frattanto vi lascio con questa pillola di storia:  "Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito. Gli universitari invece lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì."  Francesco Cossiga (2008).


© salvatore digennaro


sabato 27 aprile 2013

HOPE

Pelle d’alabastro e di mogano era lì, come un’Alt della polizia, come la scadenza di una cambiale, come l’alba sulla sabbia,era lì. Lì, sedeva alla stessa tavola con me, e coll’assessore alla Cultura che m’ero fatto amico, dopo il lavoro svolto per una rassegna jazz;
”DottorGioddano….mia moglie….” ,diceva e stringeva la mano d’alabastro di pelle d’alabastro e le dita di mogano arroventato ed un cerchietto d’oro dritto all’anulare, e poi mano d’alabastro dritto a me!
- Hope! Piacere…..
Era talmente lei, stupendamente lei che neanche facevo caso al fatto che il ‘pollitico’ mi chiamava per nome e non per cognome.
Giordano Bruno all’anagrafe, per l’esattezza mi chiamo, Giordano di nome.Come quello della storia. Come il famosissimo attaccante della Lazio, del Napoli e, pare pure della ‘nazzionale’, Bruno Giordano della Ma.Gi.Ca.; che non è un’impresa di pulizia, ma la famigerata, fantomatica sigla dei Triunviri che governavano il Regno Di Napoli alla fine del secolo scorso (Maradona-Giordano-Careca). Anche se di polvere ne facevano vedere e parecchia agli avversari, tranne quella bianca (citofonare Diego…..).
Ho tre anni e trentatrè figli o viceversa, tre donne andate, una tessera all’anonima alcolisti, un esame e tesi a laurea e una visione: te.
-Che burlone il nostro dottor Gioddano……interruppe prontamente il marito della donna.
Ma non si trattava di una burla e lei lo aveva capito subitaneamente.
I suoi occhi s’erano fatti d’un colpo abbaglianti come i fari di uno studio fotografico.
Il suo sguardo dapprima perso in chissà quale celestiale estasi mistica era divenuto pungente come il freddo del polosud a capodanno e le sue mani d’alabastro avevano iniziato convulsamente ad agitarsi come quelle di un folle direttore d’orchestra.
L’aria s’era fatta da braccio della morte ed erano trascorsi neanche tre minuti.
D’un tratto la sua folta chioma di crine di cavallo selvatico intrecciato ebbe un sussulto.
Pelle d’alabastro e di mogano si alzò, poggiò le sue labbra porpora cardinale sulle mie, un istante, un anno, una vita, un’era geologica.
Poi si ritrasse, come un’onda si ritrasse.
Mi fissò con le pupille spalancate in un iride nero come l’infinito, come la madre dei misteri.
Si voltò verso il suo compagno, immobile e pallido: una statua.
Mi rigettò addosso nuovamente la sua energia, tra le sue ciglia due gioielli.
Prese la mano all’assessore e se lo portò via, movendosi con la grazia di una piuma e l’energia di un uragano tropicale.
Scomparvero.
M’accesi una sigaretta e vuotai in un sorso il mio bicchiere. Non li rividi mai più.  


© salvatore digennaro


venerdì 26 aprile 2013

Il Chinotto


Il Citrus myrtifolia, comunemente detto Chinotto, è un agrume del genere Citrus (famiglia Rutaceae). La sua origine non è stata esattamente accertata. Prevale l'opinione che si tratti di una mutazione dell'arancio amaro che col tempo si è sviluppata nella specie oggi conosciuta. Ha la forma di un limone, la scorza color arancio, e gli spicchi di un colorito scuro. Pianta rara, cresce soltanto in Liguria, Toscana, Sicilia, Calabria e Costa Azzurra francese. Chinotto è altresì chiamata una bibita analcolica di tipo soft drink prodotta dal succo del frutto di Citrus myrtifolia (chiamato appunto chinotto) e altri estratti aromatici vegetali. Bevanda scura in apparenza simile a una Cola, il chinotto ha un gusto più amaro, sebbene possegga anche un retrogusto particolarmente fresco e delicato. Questo lo rende una bevanda molto particolare che divide molto le persone tra estimatori e non. Quasi ghiacciata, questa bevanda, combatte la sete nei momenti di afa assoluta. Oggi faceva caldissimo, e nel frigo, bella ghiacciata, una bella bottiglia della bibita in questione: dissetantissima. Dopo averlo trangugiato, ne ho letto per pura curiosità gli ingredienti che vado ad enunciare: acqua, zucchero, anidride carbonica, colorante E150/d, acidificante acido citrico, acido ortofosforico, edulcoloranti, aspartame, acesulfame k, sodio cloruro, correttore di acidità, sodio, citrato, antiossidanti, acido ascorbico, aromi. Il prodotto contiene fonti di fenillananina. La domanda è: dov'è il Citrus myrtifolia, comunemente detto Chinotto, ovvero l'agrume?


© salvatore digennaro


domenica 21 aprile 2013

A TE! HEMINGWAY!



1999
Ore 22, con DIANA e SCOTCH all’appuntamento cibernetico.
Era un settembre fresco.
Lontani erano i 45 gradi dei primi d’agosto lavorativi.
Lontana, troppo lontana era lei.
E in più, l’aver mandato affanculo Costanzo nel salotto più amato dagli italiani gli aveva portato quella popolarità che l’asfissiava.
Poi BLOB, STRISCIA, i tiggì e compagnia bella l’avevano costretto a far l’Hemingway settembrino in una desolata spiaggia calabra. Tutto per un po’ di pace e tranquillità.

TIMILCLIENTEDALEICHIAMATO…….

Era un settembre fresco. Le dieci e mezza.
Le DIANA erano solo un cartone anzi una palla nel mezzo del grande posacenere MARTINI al centro del tavolino del bar. Circa il whisky, oltre al suo fegato, nessun altro poteva testimoniare. Alfredo aveva fatto il suo dovere. La bottiglia del maledetto distillato s’era fermata al suo tavolo.

TIM…………

Ricapitoliamo.
Pacco di sigarette vuoto, posacenere, bottiglia mezza piena e bicchiere mezzo vuoto, null’altro;
a parte quell’infernalissimo strumento di dolore del terzo millennio: il telefonino.

TIMILCLIENTEDALEI………

Maledetto il giorno della pubblicazione e maledettissimo l’editore che ti manda da quel tricheco piduista del Maurizio e lì, arcistramaledettissimo l’incontro sullo stesso divano, davanti ad un bel po’ di fottuti milioni di telespettatori con lei……..
Lei, capelli ed occhi carbone, naso a salita di scivolo tanto caro ai bambini, fossette sorridenti con fossettina al mento, filosofa. Lei Miriam Navi. Consigli per gli acquisti.
-Ernesto, ho letto il tuo libro, bello…..Ma il protagonista esiste davvero? Magari esistesse……
Un flipper, era diventato un flipper e aveva fatto tilt in soli due minuti di pubblicità. Poi Sgarbi che proprio non lo sopporti, il discorso si fa un pochettino animato, toh! Si alza, inquadrato,
-Cazzo ci faccio io qui, andate a cagare con sto moralismo da quattro soldi!
Si alza. Via dal Parioli, un taxi, l’albergo, un salto nel frigobar.

"Ore 23, non squilla sta merda e lei TIMdelcazzo! Il petrolio è finito, le sigarette pure….".
-Ciao Alfredo! Ci vediamo….. Lasciami un paio di sigarette…….grazie…..Si, ci vediamo presto….
"La spiaggia, si, vado in spiaggia, mi chiamerà prima o poi….".


"Meno male che in questo albergo c’è il satellite, ripulisco ben bene il frigo, un bel concerto, il letto è bello comodo e che occhi Miriam……".


"Le dodici, mezzanotte e porca puttana, mai camminato tanto in vita mia, senza accorgermene sono arrivato persino allo strapiombo, avrò fatto quattro o cinque chilometri e TIMILCLIENTEDALEICHIAMATOunpaiodipalle, e non chiama…..".


-Avanti!
"Chi cazzo sarà a quest’ora? Possibile che l’uomo è andato sulla luna e non ci si può neanche ubriacare in pace senza che qualcuno venga a bussarti addosso…"
-Avanti, è aperto !
-Sono io !
" Cazzo, pensavo che queste cose accadessero solo nei film americani, invece eccola qui, nella mia stanza".
-Ho avuto il tuo albergo dalla segretaria di trasmissione…..a proposito, a Costanzo il tuo exploit non penso abbia fatto poi tanto male visto che si parlava di audience, share e compagnia bella……
-Siediti, sai da bere non posso offrirti visto che……….(indicando le bottiglie).

Come un bambino sul ciglio della rupe, gambe pendule come altalene.
Come un bambino a sfogliare album di ricordi, far riaffiorare le parole illluminar la stanza d’albergo e i suoi occhi e l’alba esplodere, l’alcool svanire.
Come un bambino bizzoso e capriccioso si quieta con la caramella , così occhi profondi all’infinito, buchi neri, frenavano ogni suo impulso, istinto, volontà, voluttà, energia.
Si sentivano solo il rumore delle onde, assai più calme di lui, il vento tra le fresche frasche e un jukebox d’altritempi che irradiava FERNANDO degli Abba.

TIMILCLIENTEDALEI…….

-Beh! Ora vado….. Ciao! Ci si vede…
"Cazzo, se n’è andata, e ora? Mi ha rincoglionito per una notte intera e poi sparisce così, all’improvviso….chi cazzo sarà adesso.."
-Avanti!!!!
-Ho dimenticato che volevo fare l’amore con te…..

TIMILCLIENTEDALEICHIA…….


"Mio Dio, non avrei mai immaginato di essere preso, buttato sul letto e aggredito così e poi…..poi come una mantide avrebbe tirato via ogni forza presente in me. E poi lasciarmi un bigliettino da visita e chiedermi il numero".

TIMILCLIE……….

-Vado negli Stati Uniti, torno a Settembre, l’uno. Ti chiamo io oppure tu, insomma, ci sentiamo……
Porta chiusa.

"Ore due, onde, il mare è arrabbiato, mai quanto me, sento il treno passare oltre gli alberi, e questa luna che manca un giorno che è piena. Bello laggiù saranno venti o trenta metri, e che belle le onde che si suicidano come foglie d’autunno sulle rocce….".

TIM……..

"Non chiama. S’è dimenticata di me . Basta! Lo faccio!".

TIMILCLIENTE……..

Come sono tanti e sono pochi trenta metri, dipende da dove si guarda. La roccia, la luna, le onde, le poche stelle e il Microtac Vip che sta per abbattersi al suolo.

Quand’ecco, uno squillo…..

E poi tanti microchip nel bianco delle onde.



© salvatore digennaro


giovedì 18 aprile 2013

Marini Presidente


Berlusconi e Bersani convergono su Marini Presidente, recita un titolo della rassegna stampa su RAINews24. Marini chi? Mi chiedo, ma la tv è troppo lontana, il volume è basso e chi se lo ricorda dove ho messo il telecomando? Escludendo a priori l'ex presidente del Senato Franco Marini dai giochi, dopo aver confutato che è impossibile proporre un ottantenne ex Dc, eletto per la prima volta nel 92 e presentatosi financo alle politiche del 2013 dopo aver chiesto un'ulteriore deroga al Pd, e manco rieletto. Un pensionato doc, Bersani è per il cambiamento, quindi non sarebbe logico. Allora mi precipito su wiki, e mi informo sui Marini vari in vita, probabili papabili. Ci sarebbe Annibale Marini, ex presidente della Corte Costituzionale, ma Berluscoito non darebbe mai il suo voto a un magistrato. Vado avanti. Giacomo Marini, fondatore della Logitech, uno dei migliori cervelli in fuga, di sicuro non lo chiamerebbero mai. Davide Marini, ex PSI, è ormai un ex deputato, e poi si è ritirato persino dalle primarie per il parlamento, meglio le spiagge calabre che la capitale. Come quota rosa da opporre alla Gabanelli e alla Bonino, ci sarebbe Giovanna Marini, la De Gregori donna, ma è troppo comunista, e il pidielle non approverebbe. Igor Marini, quello dell'affare Telekom è in carcere e un brivido mi assale, dati i precedenti, ma ricercando bene, ahimè si dice sia passato a miglior vita, ma non è sicuro che sia veramente morto, sicuramente ci penserà una commissione a scoprirlo. Io tiferei per Lou Marini, il sassofonista dei Blues Brothers, ma è americano, e per il doppio passaporto non so se fanno in tempo, la burocrazia in Italia, la si conosce. In orbita Dc potrebbero rientrare Guido e Piero Marini, due alti prelati vaticani, ma a quanto pare, preferiscono la Santa Sede al Quirinale. Mi parte il cuore a 1000 su Valeria Marini, vicina agli ideali pidiellini, dalemiani e Tarantini, e con QI davvero istituzionale, ma non ha purtroppo compiuto 50 anni, quindi non è candidabile. Alla fine, le nebbie si diradano e si illumina l'arcano: il presidente condiviso non può che essere Giampiero Marini, mediano campione del mondo dell'82, e Commendatore al Merito della Repubblica Italiana: se è stato capace di vincere una coppa UEFA con l'Inter mettendo in campo Bergkamp e Jonk, può spazzar via la crisi e lo stallo istituzionale in un niente. I sentori sono buoni, a quanto pare son già pronti 10 nuovi saggi per le riforme e la ripresa: Zoff, Gentile, Cabrini, Oriali, Collovati, Bergomi, Antognoni, Bruno Conti, Tardelli e Paolo Rossi.

© salvatore digennaro


lunedì 15 aprile 2013

Le puglie migliori



Ho la sfacciata fortuna di esser nato in una delle terre più deliziose della, nonostante gli italiani, bella Italia: la Puglia. E per lavoro, amore, studio, impegni, svago o pura curiosità, la mia regione la conosco; conservo in un hard disk piantato tra l'aorta e l'intenzione, dicendola alla De Andrè, le cartoline più belle e le più controverse, le più assurde e le più pessime.
E ne ricordo gli odori e le puzze, le zone di luce e le discariche abusive, le facce di merda e le facce belle, le estati assolate e i rigidi inverni. Ne ho assaporati i pochi monti e i mari, ma l'entroterra l'ho vissuto, marchiato a sangue sulla mia pelle come il sole della mietitura.Quella strana cosa detta murgia. E ricordo pure le lacrime tra la mia barba, il giorno che decisi di lasciarla per andarmene a studiare, piangevo il mio cordone ombelicale,
E ricordo puranche il ritorno alla mia terra, colmo di intenzione, e sogno, era il 2003. E barcanmenandomi come un caronte qualsiasi, nei miei sogni individuali e collettivi, incontrai un sogno comune nuovo, l'ascesa in regione di un uomo di sinistra, giovane, gay, comunista, cattolico, antimafia, tal Niki Vendola. Un profumo di nuovo si impadroniva della mia Puglia, condita dei migliori entusiasmi. Primarie ed elezioni. Cinque anni di bella semina e belle idee, con un neo chiamato Tedesco, ma con un respiro nuovo. Dopo altri cinque anni, il Vendola si riconferma governatore, ma qualcosa , inesorabilmente, cambia. La corte del presidente si riempie di fedelissimi a senso unico, folle di scherani occupano i posti che contano, chiudendo, di fatto ad altre idee e altre anime le porte della regione, autoproclamandosi "la Puglia Migliore". Andreotti ebbe a dire: il potere logora chi non ce l'ha, io aggiungerei che modifica geneticamente chi ce l'ha. Gli unti dal Signore di Terlizzi, pian piano sgretolano i fili che tenevano legati le varie e multiformi basi al leader carismatico dalla erre moscia. Una élite da una parte, baricentrica e lacchè, e il popolo, arrabbiato e deluso che abita le periferie, che non si riconosce più nel rivoluzionario gentile e nei manco troppo gentili cortigiani. L'altro ieri 150.000 pugliesi osannavano, a Bari,  in Piazza della Libertà, il troll di Arcore, nuovamente dato per morto e resuscitato a vita nuova. Persino Emiliano lo omaggiava con uno striscione di benvenuto. Tipo l'unico dei 3 porcellini in vita che da il benvenuto al lupo cattivo. E frattanto le puglie escluse dai salottini della rivoluzione scappano via, oppure si isolano nelle proprie manco troppo dorate celle. E il sogno collettivo inesorabilmente spegne anche quelli individuali. E quel "o con noi o niente" diventa prassi dal più piccolo villaggio sino ai palazzi della Regione. E come una boutique con una vetrina sfavillante ma dagli scaffali vuoti, il marketing incanta fuori e consunge dentro, ed io cerco invano in un cassetto che fine ha fatto il sogno.


© salvatore digennaro


giovedì 11 aprile 2013

i dolori



I dolori sono come il ballo delle debuttanti, l'immigrazione e il processo breve: ci devono essere, punto e basta. Sono dinamiche che non ci è dato controllare. I dolori sono come i colori, e fa anche rima, diversissimi tra loro, ma complementari. Sul dolore si basa tutta la filosofia del blues, il dolore della mancanza di libertà, quello della fatica e il dolore sottile che si ripone nella speranza. I dolori sono fisici, ti prendono allo stomaco, o alla pancia oppure alla gola o agli occhi o alle articolazioni. E ci sono i dolori che come cancrena si nutrono della tua anima, rosicchiandola con dentini da topino affamato o sbranandola come lupi in branco, e sono incurabili. I dolori della mente, poi, son quelli più difficili da individuare e da lenire, però si possono prevenire, lobotomizzandosi davanti a un plasma o un cinescopio, indossando una realtà precotta, tipo quattro salti in padella. Il dolore del cuore, poi, è il più subdolo, si mesce al piacere, offuscandoti i sensi, al punto che t'è quasi impossibile discernerne i gusti. Il dolore di un mondo, che corre all'impazzata in senso contrario, ti rende impotente e consapevole di esserlo, e lo scontrarsi con la stupidità ottusa dell'uomo, ti tagliuzza la pelle a brandelli e talvolta le palle. Il dolore da assenza improvvisa e ingiustificata poi, ti paralizza con occhi di Medusa, e occorre reagire, di forza. Ma il dolore più grande è guardare in due occhi di brace il riflesso dei tuoi occhi di brace e di pianto, e far finta che non sia dolore. I dolori, a volte passano, tutto sta nel trovarne la cura.


© salvatore digennaro


mercoledì 10 aprile 2013

Del Viaggio




Ragazzo, credi che solo a te ti girano? fa parte della storia dell'umanità il doverti confrontare con gli idioti e gli ignoranti, ma alla fine son solo ologrammi di pessima fattura, ci passi attraverso e quando non puoi li sopporti, giusto il tempo che ti servono, e poi ringrazi iddio che non sei cosi' anche tu. La vita è un blues, o meglio o peggio è come un blues. La vita è un treno, ma non quei tubolari che stuprano la natura più veloci della luce,la vita è come quei trenini di una volta che si insinuano come carezze tra le lenzuola del creato, dando il minimo fastidio. La vita è come un treno, o meglio viaggia come un treno, da una stazione all'altra, tu ci sali e prima o poi c'è il capolinea. La vita è un dono, anzi è il dono, il dono di un'amore, di una speranza, di un paesaggio, di un passaggio di tempo. Ragazzo, l'amore è come la Juventus, una fede, e se ti capitano Sivori e Platinì o Del Piero è il paradiso, ma arrivano i Del Neri e i Maifredi e la serie b, peggio che l'inferno, ma tu l'ami lo stesso. La vita è come un ponte sospeso tra passato e futuro, il solo nominare il presente sa già di passato, il solo pensare al presente è già futuro. Ragazzo mio, la vita è un viaggio che si fa soli, passaggi, e paesaggi, pezzi di strada fatti assieme, come adesso io con te. E il viaggio non è mai la fuga, la fuga non è da uomini coerenti, non serve, è solo rimandare. La vita è una strettoia tra un viaggio e l'altro. Tu sorridi e ti verrà sorriso. Il resto è nullità, è effimero...ciao ragazzo.




© salvatore digennaro


venerdì 5 aprile 2013

Voce fuori campo




Un campo può essere visivo, magnetico, da calcio od una specializzazione, o un campo di grano profano. Campo è pure il presente indicativo di campare. Una voce è una voce, solo una voce, come lo era quella di Montanelli, o come quella di codesto blog ove mi honoro di pittar un centinaio di battute. Lo è quella di qualsiasi autorevole noto, famoso e/o portatore sano di seguito, fino a  quella di un semplice stronzo che calca il pianeta. Nel cinema si intende per fuori campo tutto ciò che accade oltre l'inquadratura. Negli sport le voci fuori campo sono quelle dei tifosi, che incitano i propri beniamini e riempiono di sfottò la squadra avversaria, è fuori campo anche la voce del mister che detta gli schemi alla propria compagine, e quella dello speaker che annuncia le formazioni. Voce fuori campo per eccellenza è quella del conduttore radiofonico. L'articolo 21 della Costituzione Italiana recita “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, un inno alle voci. Nel gioco del baseball, un fuoricampo è una battuta valida grazie alla quale il battitore, dopo aver spedito la palla appunto fuori dal campo senza commettere fallo, può girare tutte le basi, finendo a casa base e realizzando in tal modo un punto per la propria squadra, oltre a "portare a casa" tutti i compagni già in base. Il mio fuoricampo tende a leggere gli eventi più disparati e disperati, con una parvenza di ludico disincanto, ed è solo una voce che geograficamente proviene da lontano. Ma viva la rete. Mandare la palla in rete, nel calcio è gol, nel tennis punto all'avversario. Nel tennis la palla fuori campo è punto all'avversario. Grazie al cielo ho il gomito del tennista.

© salvatore digennaro


giovedì 4 aprile 2013

Fisiognomica


Secondo la definizione di Wikipedia, la fisiognomica  è una disciplina pseudoscientifica che pretende di dedurre i caratteri psicologici e morali di una persona dal suo aspetto fisico, soprattutto dai lineamenti e dalle espressioni del volto. Il termine deriva dalle parole greche physis (natura) e gnosis (conoscenza). La tendenza umana di ricercare conferme piuttosto che confutazioni , la tendenza a mantenere credenze confortanti e la tendenza a generalizzare sono alcune delle ragioni poste alla base del pensiero pseudoscientifico. Esponente illustre della dottrina pseudoscientifica è stato Cesare Lombroso. Le sue opere si basano sul concetto del criminale per nascita: l'origine del comportamento criminale è insita nelle caratteristiche anatomiche del criminale. Franco Battiato scrive nel testo della sua canzone FISIOGNOMICA "Leggo dentro i tuoi occhi da quante volte vivi, dal taglío della bocca, se sei disposto all'odio o all'indulgenza,nel tratto del tuo naso, se sei orgoglioso, fiero, oppure vile....". Battiato, assieme ai 5stelle, è stata la novità politica del biennio 2012-2013:  il siculo assessore d'orgoglio e i grillini portavoce di un cambiamento. Il movimento, sornione attende l'implosione del passato, tuttaltro che scontata. Battiato, invece, ha dato vita al verso Deandreiano "un giudice come me giudicò chi gli aveva dettato la legge: prima cambiarono il giudice e subito dopo la legge", martirizzandosi come nella favola del re nudo, immolandosi istituzionalmente per aver chiamato meretrici le meretrici. Ma ci ha messo la faccia nel dirlo. A proposito di facce e di fisiognomica è all'ordine del giorno il volto da bimbominchia metà Doraemon e metà Psy del leader nordcoreano Kim Jong-un, con la sua uniforme da maoista postdatato. Bene, già dalla faccia uno dovrebbe capirlo com'è: la classica espressione intelligente da venditore di sushi, che tiene in scacco la propria popolazione dal punto di vista dei diritti, e dell'economia. Il faccione da pacman ha dichiarato preventivamente di voler attaccare con armi nucleari gli Usa, tipo il chiwawa che abbaia all'alano. Altra bella faccia da pseudoscientifica minchia è quella del primo cittadino di Firenze,che s'offre spudorato al suo scopritore mediatico, ovvero il buon facciadaculo di Arcore. E dopo aver partecipato alla feccia defilippiana agghindato con chiodo in pelle, anni dopo la ruota della fortuna, ha imposto l'out out al suo partito: o con il Berlusca o al voto. Basta solo guardarlo mr Beam vestito da Fonzie, per capire, fisiognomicamente, di cosa si va a dissertare.  Sfogliando come figurine Panini i santini elettorali di qualsiasi genere, per dirla alla Jannacci, ce n'è da facce da pirla, partendo dai vari Gasparri, Calderoli e Fiorito,  fino ad arrivare agli ultimi amministratorini dei più sperduti villaggi, tra volti da idiota e da criminale, volti d'ebeti, di sporcaccioni e di chierichetti spretati. Fortuna vuole, che sia la Fisiognomica una disciplina pseudoscientifica, e quindi si può sempre sperare il meglio, nonostante le facce. D'altronde dopo la morte di Cesare Lombroso, il suo corpo fu sottoposto ad autopsia. In base ai risultati di essa, si disse che il Lombroso sarebbe stato da ritenere, secondo le sue stesse teorie, "affetto da cretinismo perpetuo".

© salvatore digennaro


mercoledì 3 aprile 2013

urban legends




Da sempre nel mondo si sono susseguite notizie che facendo il giro di bocca in bocca hanno assunto una forma leggendaria. Anno del Signore 2013, l'avvento della rete, e successivamente dei social network, ha scalzato il passaparola e alimentato e fatto entrare nel mito storie di ogni sorta: s'è messo in dubbio l'uomo sulla luna, si diceva che Paul McCartney fosse morto e poi sostituito da un sosia. C'è chi racconta che Jim Morrison non sia mai morto ma scomparso in un isola deserta. Stesso vale per Elvis e persino Moana Pozzi, e Hitler. Si narra di una canzone “Gloomy Sunday” che pare induca al suicidio chi la ascolta. E si racconta che Morandi sia coprofago, che Vasco stia morendo e che sono arrivati gli ufo. Si dice che l'11 settembre non sia mai esistito, che Obama e Bin Laden siano la stessa persona, che l'Aids sia stato fabbricato in laboratorio. A cadenza decennale si moltiplicano le interpretazioni di Nostradamus, si predicono fini del mondo a tutto spiano e catastrofi imminenti. Poi ci sono le leggende che ci inculca una società malata che fa della tendenza e dell'apparire il proprio vessillo: il lavoro sicuro e ben retribuito o peggio il posto fisso, la pensione d'oro e il futuro roseo, la fine della crisi, la redistribuzione equa delle risorse, i parchi non inquinati e le città iperecologiche e tecnologiche. E poi ci son le leggende dell'ultimora: il Berlusclown pulito, i saggi di Napolitano, una finanziaria solidale e rispettosa dei ceti mediobassi, un'Italia in crescita economico sociale, l'azzeramento della classe politico-economica per far posto ai giovani, la fine delle guerre. Mi è arrivata un'ultimissima: pare abbiano visto Gheddafi su una nave, in compagnia di Jim Morrison, Mike Bongiorno ancora vivo e Tarantini, far rotta verso la Sardegna. Ad maiora.


© salvatore digennaro


martedì 2 aprile 2013

The legend of Eagles


The legend of Eagles, l'ho consumata questa cassetta, 1985 , ricordo l'arresto di Muccioli, We Are the World, Gorbacëv, Ezio Tarantelli, l'Heysel maledetto, il live aid e Bubka, Super Mario Bros, l' Achille Lauro , il primo incontro tra Ronald Reagan e Michail Gorbacëv, Platini intercontinentale, e questo disco....magnifico, e magnifica operazione di recupero commerciale per i rocker della west coast americana. Ma riascoltandolo erano bravi.

Platini, La poesia del 1985, il simbolo di una filosofia di vita, il buon Michel, dopo l'Heysel, aveva gia' deciso di diventare il presidente del calcio in Europa, gli avevano appena annullato la rete più bella in carriera, si accascia al suolo per poi mettersi su un fianco con un beffardo e bellissimo sorriso. Da Tokyo ritornò con la coppa, presa di rigore e un frame di storia. vissuta. Ricordo Cossiga che succede a Pertini, l'uomo Gladio dopo il Partigiano, con Craxi presidente ed i primi decretoniberlusconi. Ventottanni fa, archiviato Moro, partiva la fine. E mi guardo attorno ed avrei voglia di volare, come aquila, un'aquila vegana, lontano dai 10 saggi di Napolitano, lontano dall'ancoraberlusconi, dal povero Bersani, dal Renzicheavanza, dal mercato a sonagli del lavoro che mi propone materassi scambiandoli per comunicazione e Weddingfilms sottopagati spacciandoli per cinematografo. Su Google Maps ho scritto "lontano" e il primo indirizzo utile è stato quello di un'agenzia di pompe funebri. Mi sono fortemente strizzato i genii tali,e ho ricordato la filosofia di Platini e una marlboro inesorabilmente ha spento il sorriso ebete che mi son fatto addosso.  Take it easy direbbero i vecchi amici californiani sorseggiando un tequila sunrise nella hall dell'hotel california.


© salvatore digennaro


lunedì 1 aprile 2013

A prescindere




Salvati fratello da quest'ecatombe annunciata in cinguettii alternati a rassicurazioni benevole. Salvati fratello dall'apocalisse goccia a goccia, che da anni ti infilano sotto vena. Salvati fratello mio dalle convenzioni e dalle convinzioni di un'attesa. La vita è stupidamente una, ed è stupidamente breve, ed è tremendamente stupida talvolta. Ribellati al posticino che qualcuno ha deciso per te, e sogna, e costruisci i sogni, se sai ancora riconoscerli. Stancati delle formalità e delle ipocrite convivenze, che diventan connivenze. Salvati da chi, quando c'è da far silenzio per rispetto e per paura, va a pontificare. Salvati da chi ti dice che tutto è ok, tutto va bene, siamo in ripresa e spendi, il futuro è roseo. Salvati dall'uovo oggi e mira alla gallina, ma oggi stesso. Salvati da un plasma, o un cinescopio che ti rincoglionisce l'anima, salvati da chi ti bombarda di messaggi suoi, e non ti ascolta. Salvati da chi t'ascolta troppo, o fa finta di ascoltare. Comincia ad incazzarti fratello, se ti sembra che di giusto nulla appare all'orizzonte, e arrabbiati parecchio, perchè il giusto è un tuo diritto e il tuo dovere per chi, prima o poi, ti subentrerà nel pianeta
 Salvati fratello caro, da chi ti vuol portare dentro un baratro, e ti convince che il baratro sei tu. Salvati da chi ti dice “nessun baratro”. Salvati fratello, se ti propongono una vita a prescindere dalla tua, e piangi irato se invece te la impongono, e ribellati. Ne hai solo una d'esistenza. Amati fratello. Io di mio, a prescindere, ci provo.

© salvatore digennaro


l'infine

L'infine Affonderemo danzando, come la sala da ballo del Titanic  o creperemo testando improbabili ricette. Berremo la cicut...