domenica 13 settembre 2015

A te ! il Mare




A te ! il Mare


Sono io il mare
E mi sento tanto solo,
non so da quanto tempo sono qua,
forse da sempre.

Son d'acqua e son salato,
salato dalle lacrime di umani
fermi alla mia riva.

Quante ne ho viste da quando sono qua,
ne ho visti amarsi,
giurarsi amore eterno
e l'anno dopo gli stessi tornare
sulla mia spiaggia acciottolata
soli o con altri
a rigiurare nuovamente.

Ah! Com'era dolce il fiume
Che ogni tanto era da me
Era nato su quelle montagne
E scendeva per le campagne dentro me.
Un di s'è seccato, forse la noia,
non l'ho più visto,
m'ha lasciato solo un letto,
ormai da troppo tempo,
un letto ormai disfatto.

Sono io, il mare,
e ho un cuore
accanto al quale giacciono relitti
sembravan transatlantici, si sono rivelati
come le barchette della Disney
quelle col tappino e glu glu glu

Quante sirene canteranno ancora
E quanti Ulisse se li giocheranno
I punti interrogativi, a dadi
e gli elefanti, Annibale,
navi da guerra e navi da crociera
e pescatori che non moriranno mai.

Sono io, il mare,
e parlo coi gabbiani
che mi dicono di mani
mani nere a coltivar cotone,
mani rosse a fumar peyote,
mani bianche rosse per il sangue,
mani bianche che qualcuno decise
troppo piene e con guanti senza mani,
non di certo umani?
Oppure si, e fecero sapone e fumo

E mani bianche a lavarsi col sapone
E mani gialle e ciotole di riso
E mani dolci che aspettano un sorriso
Mani tese
E mani armate
Mani mozzate
Mani di umani……

Sono io, il mare,
e su di me uno solo a camminare
sono io il mare,
spero non il male
e un bel giorno mi sono accorto
che la luna che sembrava dentro me
si rifletteva dentro me,
invece era lassù
in cielo e
ad intervalli regolari
si nascondeva
e notte dopo notte
si faceva viva sempre più
fino a farsi vedere piena e bella
e poi si nascondeva sempre più
fino al momento in cui non c'era
forse scopava con il sole
o col re sole
ed io, triste,
con le stelle restavo a fumare
e qualcuna cadeva.
E lei, puttana e bella
Riappariva ed io,
in base a lei, a quando e quanto c'era
s'era mezza, un quarto,
semipiena o oscura
tiravo le redini alle mie correnti.

Sono io, il mare,
e sto tra vento e cielo
e guardo l'orizzonte
lì vanno a morire sole e luna
e poi rinascere.
E vecchi e bambini sono alla mia riva
Qualcuno nuota, chi resta fin dove tocca
Qualcuno annega
Qualcuno piscia e caga
Qualcuno inquina.
Due orme sulla spiaggia, forse quattro.

Sono io, il mare,
e ascolto quel juke box
è bello, son felici, forse solo contenti,
contenti loro

Sono io, il mare e sono solo
Un mare
Altri ce ne sono
E sono solo mari
E sono solo…… mari e mari
……….mari amari
forse più soli di me


© salvatore digennaro

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