mercoledì 27 gennaio 2010

2010, l'anno del contatto














“2010, l'anno del contatto”(USA 1984) di Peter Hyams , misero tentativo di dare un seguito al trattato filosofico per immagini “2001 Odissea nello Spazio” di Kubrick , non lascerà traccia alcuna nella storia del cinema, a parte il titolo. Nel film la terra rischia l'autodistruzione nucleare, scienziati americani e russi partono per Giove, obiettivo: riattivare il computer di 2001 e cercare un monolite nero.
2010: la rivalità USA-URSS è crollata a Berlino 21 anni fa, Stanley ci ha lasciati da 11 anni, le missioni spaziali stan diventando crociere aeree oltre l'atmosfera per ricchi annoiati, la filosofia ha lasciato il posto al più becero e sfrenato consumismo che goccia a goccia sta facendo crepare il pianeta tra inquinamento, sfruttamento selvaggio e soprattutto mancanza di cura e occhio al futuro. Il computer è in ogni casa come frigo e lavatrice. Circa il monolite, quello è l'uomo, in gran parte lobotomizzato, immobile, incapace ormai di emozionarsi ed emozionare, lanciato a razzo verso il più totale nulla mascherato da tutto. La mia speranza è che questa analisi sia uno sbaglio di valutazione. La speranza, in generale, è che il contatto davvero avvenga, non con altre forme di vita, ma tra i vari colori che compongono l'umano globo, anche se il seme dell'intolleranza è cresciuto come il fagiolo magico della favola di Walker. Sarebbe auspicabile il contatto tra ognuno e la propria consapevolezza d'essere, tra l'individuo e la propria anima, giusto per fermare il razzo.


© salvatore digennaro


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