giovedì 28 gennaio 2010

Paese che vai...








Immaginate di scendere in una città italiana, all'aeroporto Domenico Modugno, attraversare corso Fabrizio De Andrè, svoltare per via Luigi Tenco, passare per piazza Lucio Battisti attraverso Largo Giorgio Gaber ed entrare in un grande magazzino di due piani, con un parcheggio sotterraneo, un piano dedicato alla vendita di cd, dischi e gadget musicali, un piano interrato con ben 5 sale di registrazione e con un bistrot dove si ascolta musica dal vivo dalle 16 alle 23 sorseggiando una birra, bene, sarebbe il massimo.
L'Italia non ha rispetto per i propri musici, li relega spesso a passato scomodo. Ricordo il mio viaggio in Brasile: a Rio, l'aeroporto è dedicato a Tom Jobim e andando per via Vinicius De Moraes e percorrendo Rua Elis Regina, si incontra Modern Sound, il grande magazzino di cui sopra, entrando si vedono le icone della musica brasiliana di tutti i tempi e si trovano tutti i tipi di musica, tra cui gli italiani Gianni Nazzaro, Stefano Sani, Paolo Vallesi e Leone Di Lernia(sante etichette discografiche che pubblicizzano all'estero la nostra miglior musica!!!).
E nell' Italia del revisionismo a gogò son gia pronte le targhe per Piazza Giulio Andreotti e viale Licio Gelli. E nascono piazza Craxi e corso Mussolini o ancora via Lenin e largo Stalin, chissenefrega....... Paese che vai, usanza che trovi.
Ai tempi della giunta militare in Brasile, i grandi artisti son stati costretti all'esilio e dall'esilio cantavano la propria terra. Da noi solo la morte li ha potuti spegnere, ma abbiamo Apicella......
Deus me livre.



© salvatore digennaro


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