giovedì 29 maggio 2014

java



java

Oggi ho letto circa la vicenda delle due ragazzine indiane violentate e impiccate, manco trentanni in due, e la storia ennesima di una donna lapidata in Pakistan; e in un panificio pugliese ho sentito apostrofare troia non d'ulissiana memoria, una donna colpevole solo di indossare un abito succinto.
Conati di vomito mi hanno accompagnato alla riscoperta di un mio scritto atavico. Mi piacerebbe fosse un piccolo chiedere scusa alle migliaia di donne vittime del maschio.
L'uomo è un'altra cosa.


JAVA

…….sono Java e sono una donna

una donna come voi
sono nata in una terra
come voi
di parto, lacrime e sudore.
come tutti voi….

la mia terra non è come la vostra
l’ho scoperto appena nata
le donne piangevano
gli uomini imprecavano
“…….è nata femmina!”
gridavano……

.la mia terra non è come la vostra
c’è in giro sangue
e morte
e il vento tenta invano
di ricoprir con sabbia il tutto….

..sono Java e da bambina
vedevo i miei fratelli che giocavano
e correvano
e tenendo in mano enormi libri
leggevano ad alta voce
ed io le mie sorelle e le mie madri
in casa
a piangere,
nascoste come gli appestati
senza neppure sapere il perché……..

.crescevo
e un giorno m’han presa per i capelli
e han costruito
una prigione su misura
proprio intorno a me
..crescevo……..

.crescevo
e il mondo era per me
ciò che guardavo
tra le sbarre intessute davanti ai miei occhi
nella mia celletta portatile
su misura…….

..e negli spazi bianchi
nel limite del mio campo visivo
ho visto mia sorella
lapidata a un angolo di strada
e mio fratello
legato al cielo da una corda al collo
immobile…..
e ho visto sangue……

..e in quel che resta degli spazi bianchi
ho visto pure chi diceva di salvarmi
ammazzare i miei fratelli
.lì per caso….o per errore……

.mi chiamo Java
e non vedrai mai il colore dei miei occhi
e non ho mai imparato a sorridere
ma sono una donna
proprio come voi…..
quasi come voi……





©  Salvatore Digennaro

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