java
Oggi ho letto circa la vicenda delle due ragazzine indiane violentate e impiccate, manco trentanni in due, e la storia ennesima di una donna lapidata in Pakistan; e in un panificio pugliese ho sentito apostrofare troia non d'ulissiana memoria, una donna colpevole solo di indossare un abito succinto.
Conati di vomito mi hanno accompagnato alla riscoperta di un mio scritto atavico. Mi piacerebbe fosse un piccolo chiedere scusa alle migliaia di donne vittime del maschio.
L'uomo è un'altra cosa.
L'uomo è un'altra cosa.
JAVA
…….sono Java e sono una donna
una
donna come voi
sono
nata in una terra
come
voi
di
parto, lacrime e sudore.
come
tutti voi….
…la
mia terra non è come la vostra
l’ho
scoperto appena nata
le
donne piangevano
gli
uomini imprecavano
“…….è
nata femmina!”
gridavano……
….la
mia terra non è come la vostra
c’è
in giro sangue
e
morte
e
il vento tenta invano
di
ricoprir con sabbia il tutto….
…..sono
Java e da bambina
vedevo
i miei fratelli che giocavano
e
correvano
e
tenendo in mano enormi libri
leggevano
ad alta voce
ed
io le mie sorelle e le mie madri
in
casa
a
piangere,
nascoste
come gli appestati
senza
neppure sapere il perché……..
….crescevo
e
un giorno m’han presa per i capelli
e
han costruito
una
prigione su misura
proprio
intorno a me
…..crescevo……..
….crescevo
e
il mondo era per me
ciò
che guardavo
tra
le sbarre intessute davanti ai miei occhi
nella
mia celletta portatile
su
misura…….
…..e
negli spazi bianchi
nel
limite del mio campo visivo
ho
visto mia sorella
lapidata
a un angolo di strada
e
mio fratello
legato
al cielo da una corda al collo
immobile…..
e
ho visto sangue……
…..e
in quel che resta degli spazi bianchi
ho
visto pure chi diceva di salvarmi
ammazzare
i miei fratelli
….lì
per caso….o per errore……
….mi
chiamo Java
e
non vedrai mai il colore dei miei occhi
e
non ho mai imparato a sorridere
ma
sono una donna
proprio
come voi…..
quasi
come voi……
© Salvatore Digennaro
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