Lettera a un Presidente mai eletto
(liberamente ispirato a "Le Diserteur" di Boris Vian)
In piena facoltà
egregio presidente
le scrivo la presente
semmai la leggerà
Un tweet di stamattina
mi dice terra terra
che andiamo in Libia in guerra
quando lo ordinerà.
Non faccia sta cazzata
egregio presidente
son cazzi dei francesi
o degli americani.
Persino Berlusconi
che lei conosce bene
teneva per Gheddafi
baciandogli la mano.
E lei non baci il culo
alle multinazionali
a cominciar dall'Eni
si tratta di petrolio.
Io non ce l'ho con lei
sia detto per inciso
neppure è stato eletto
nessuno l'ha deciso.
Lei ha detto "io rottamo"
qualcuno ha detto t'amo
e il buon Napolitano
l'ha messo proprio lì.
Ha ucciso in un baleno
quel poco di sinistra
che c'era tra i piddini
unendosi a Verdini.
L'italica nazione
sedata col biscione
mio caro presidente
può digerir di tutto.
L'articolo diciotto
le banche e il quarantotto
il canone in bolletta
persino la Bignardi.
E i giovani rampanti
massoni sempre in tanti
e gli ex democristiani
persino gli alfaniani.
Ma questo non è un selfie
mio caro mister Bean
qui si parla di morti
si parla di sparare.
E la costituzione
egregio presidente
finché non la cambiate
la guerra la ripudia.
Riascolto il disertore
del vecchio Boris Vian
rifiuto questa guerra
e a tutti griderò.
Di non partire più
e di non obbedire
per andare a morire
per non importa chi.
Per cui se servirà
del sangue ad ogni costo
andate a dare il vostro
se vi divertirà.
Ma io non sono qui
egregio presidente
per ammazzar la gente
più o meno come me.
E dica pure ai suoi
se vengono a cercarmi
che possono spararmi
io armi non ne ho.
© salvatore digennaro
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