martedì 8 marzo 2016

Lettera a un Presidente mai eletto


Lettera a un Presidente mai eletto 

(liberamente ispirato a "Le Diserteur" di Boris Vian



In piena facoltà 
egregio presidente 
le scrivo la presente
semmai la leggerà

Un tweet di stamattina
mi dice terra terra 
che andiamo in Libia in guerra
quando lo ordinerà.


Non faccia sta cazzata
egregio presidente
son cazzi dei francesi
o degli americani.


Persino Berlusconi
che lei conosce bene
teneva per Gheddafi
baciandogli la mano.


E lei non baci il culo 
alle multinazionali
a cominciar dall'Eni
si tratta di petrolio.


Io non ce l'ho con lei 
sia detto per inciso
neppure è stato eletto 
nessuno l'ha deciso.


Lei ha detto "io rottamo"
qualcuno ha detto t'amo 
e il buon Napolitano 
l'ha messo proprio lì. 


Ha ucciso in un baleno 
quel poco di sinistra 
che c'era tra i piddini 
unendosi a Verdini. 


L'italica nazione
sedata col biscione
mio caro presidente
può digerir di tutto.


L'articolo diciotto 
le banche e il quarantotto 
il canone in bolletta
persino la Bignardi.


E i giovani rampanti
massoni sempre in tanti
e gli ex democristiani
persino gli alfaniani.
 
Ma questo non è un selfie
mio caro mister Bean
qui si parla di morti
si parla di sparare.


E la costituzione
egregio presidente
finché non la cambiate
la guerra la ripudia.


Riascolto il disertore
del vecchio Boris Vian
rifiuto questa guerra 
e a tutti griderò. 


Di non partire più 
e di non obbedire 
per andare a morire 
per non importa chi. 


Per cui se servirà 
del sangue ad ogni costo 
andate a dare il vostro 
se vi divertirà. 


Ma io non sono qui 
egregio presidente 
per ammazzar la gente 
più o meno come me.


E dica pure ai suoi 
se vengono a cercarmi 
che possono spararmi 
io armi non ne ho. 






© salvatore digennaro

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