sabato 29 marzo 2014

i balilla



i balilla


Uno dei ricordi più inspiegabili di quando ero bambino è stato, alle medie, il compleanno del preside , Ricordo ancora la cura maniacale dei professori nel sistemarci i grembiulini neri, metterci nel piazzale della scuola sull'attenti, e insegnarci un canto di auguri da regalare al dirigente scolastico, mentre ispezionava le classi. I belli in prima fila e quelli più bruttini dietro. Avevano storpiato "When the saints" con un testo in italiano che pressappoco diceva: "al preside regalerem un dono per la sua bontà, perchè lui è buon con noi e gli auguriam felicità!", e ce lo fecero imparare e poi cantare, disgustoso.
Ed era una corsa da parte dei docenti a chi si inchinava di più, in fantozziana postura, al capo della scuola.
Anni dopo, studiando il fascismo, lessi un paio di righe sui balilla. Questi poveri bambini, tutti vestiti uguali, che marciavano come soldati, inneggiavano al duce con tanto di bandierine, e usavano pure le armi. Sembravano la falange armata degli scouts. E mi rivenne in mente il compleanno del preside.
Ai giorni nostri i bambini vengono spropositatamente usati come strumento di audience da parte del politico di turno  e di piacevole asservimento al potere da parte dei docenti consenzienti ed ossequianti. Ogni marcia, o visita di stato, ogni manifestazione o intitolazione od inaugurazione. vede queste maestrine con la penna rossa istruire i propri alunni, tenendo cura di mettere davanti quelli più belli, a prostrarsi afforza davanti al potere.
E' brutto usare i bambini, si chiama pedofilia mediatica inserirli in ogni dove a cantare e a festare, usandone a proprio vantaggio le facce pulite. E' decisamente schifoso.
Il paradosso vuole che questo uso dell'infanzia, peraltro sempre perpetrato, stia diventando una costante ai giorni nostri, e che l'identikit del festeggiato di turno, non sia quello d' un gerarca fascista in odor di nostalgia, ma abbia tratti salienti ben definiti: solitamente è giovane, apparentemente di sinistra e autoproclamatosi  rinnovatore.
Lasciate stare i bambini, per piacere.


© salvatore digennaro

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