martedì 11 marzo 2014

no like


no like



Ieri stavo al freddo e al gelo sotto le coperte a leggere svogliato notizie in rete. 
Più o meno le 23 e 23. 
Leggevo del flop quote rosa alla Camera e della Boldrini che non grida al femminicidio, allo stupro o al sessismo.
Mi documentavo circa le defezioni di una sinistra disorientata attorno a Tsipras per le europee(solitamente defezionano dopo le elezioni). 
Prendevo atto delle epurazioni 5 stelle e mi aggiornavo in salsa gossip cacio e maccheroni circa il matrimonio imminente di Berluscoito e la sciantosa col cane, naturalmente matrimonio d'amore.  
Mi accertavo che un coglione ha manomesso il rubinetto generale del gas nella mia città e per tre giorni nessuna fornitura, con i disagi che ne conseguono. 
E mi chiedevo se fosse mai possibile lasciare incustodito il rubinetto generale che porta il metano a una cittadina di 45.000 anime.  
E riflettevo circa il potere di Putin, quando minaccia di chiudere le forniture del gas. 
Riflettevo sul potere mediatico che si da al numero di "like" su un social network,e sorridevo vedendo accanto, in una testata qualsiasi, le notizie dell'acquisto di "likes" da parte del premier britannico Cameron, per fare accrescere la propria popolarità, e quella dell'acquisto di voti, di un consigliere comunale di Napoli. 
E mi accorgevo che dai "likes" ai "licks", soprattutto quando a parlare son politici, o genti di potere, il passo è estremamente breve. 
Ed il  parlare come i catechisti imbonitori, 
l'ergersi sempre e comunque dalla parte del giusto, 
essere i portatori sani di giustizia e verità, 
con le facce belle e pulite come il culo, 
l'essere gli Zelig d'ogni singola occasione, 
in salsa dolce di bontà zuccherosa, 
salvo poi condannare o eliminare le voci contrarie, 
oppure tirar fuori la classica parola "strumentalizzazione", 
ne fa di likes-licks.
E poi, se non bastasse, ci sono le prebende e gli editti più o meno bulgari.
la scuola del biscione, insegna. 
Mentre mi dilettavo nella nobile arte dell'elucubrare attento, noto un' ultim'ora: 
nella ridente cittadina senza gas, la mia, Gravina in Puglia, 
hanno freddato con tre colpi alla nuca, un mio concittadino.
Hanno ammazzato come un cane, in tipica esecuzione mafiosa, Pierino Capone, famoso per le sue denunce civili
Lo conoscevo dai tempi della mia laurea interrotta a scienze politiche, mi è capitato di viaggiare con lui, sul trenino delle Fal, 25 anni or sono, e con la sua voce calma e pacata, e quei colori rossicci, già mi parlava delle sue denunce, del suo documentarsi, a torto od a ragione, circa la macchina amministrativa.
E negli anni questo ha sempre fatto, a torto od a ragione. Coerente, schivo, solitario. 
Ha finito la sua esistenza, ucciso, in una strada buia dietro un cinema, vicino alla Sua chiesetta di San Giorgio.
Stamane, ancora sconvolto,sono uscito per delle commissioni e ho avvertito sedimentate l'omertà e la mafiosità, nell'humus cittadino. 
Ed è stato  vomitevole entrare in un bar e sentir dire a più riprese: "era un rompicoglioni, se l'è cercata!". 
E non solo nel bar.
Il film "oltre il giardino", termina con una frase: "la vita è uno stato mentale".
Aggiungerei "la mafia è uno stato mentale".
Ciao Pierino riposa in pace.

© salvatore digennaro

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