lunedì 9 dicembre 2013

la calabria




la calabria


Quando facevo l'università, per la precisione il DAMS presso l'UNICAL (Università degli studi della Calabria), sovente amavo ripetere quanto la Calabria fosse la nazione più bella d'Italia, con il Mediterraneo in quasi tutte le sue sfacettature ad abbracciarla tutta intera come una madre generosa e amorevole,  e tre altopiani a identificarla: Pollino, Sila ed Aspromonte. Con la piana di Sibari a spianare le strade verso le sue terre ricche di ogni ben di Dio e le sue Serre altere dove il verde in tutte le forme colora il paesaggio, dove le forme si muovono sinuose come corpi di donna, alternando i segni degli dei ai segni dell'uomo (alcuni molto discutibili), fino ad aprirsi sugli agrumeti della Piana di Gioia Tauro. Spiagge di sabbia e di scogli e di pietra lavica e di pietrisco e mare anzi mari, di tutti i colori dell'iride. E cosa dire poi dei cuori della Calabria, variopinti almeno quanto i paesaggi , e belli e generosi. I miei fratelli che mi hanno accudito come un infante per 7 meravigliosi anni. La Calabria delle contraddizioni e dei sapori meravigliosamente vivi. I profumi dei convivi e i suoni delle serate invernali. La musicalità dei diversi dialetti. La mia seconda terra, che parecchi provano ad abbattere, e sempre si rialza. Mi manca, e mi mancano i miei amici, il fatto di sentirmi sempre e comunque a casa, in famiglia. È accaduto giorni fa che uno dei fratelli calabri più deboli e indifesi abbia avuto un serio problema e ritengo sia doveroso aiutarlo. Bastano una manciata di secondi e una firma on line. Grazie. Di cuore.




© salvatore digennaro

2 commenti:

l'infine

L'infine Affonderemo danzando, come la sala da ballo del Titanic  o creperemo testando improbabili ricette. Berremo la cicut...