giovedì 8 agosto 2013

Ahhh! come gioca Del Piero!


Ahhh! come gioca Del Piero!


Hanno dedicato un pezzo del lungomare di Jesolo ad Alessandro Del Piero. Solitamente le intitolazioni di vie, piazze e quant'altro avvengono dopo la dipartita del personaggio. Ma l'Alex nazionale, facendo i debiti scongiuri, è ancora vivo, e ha portato in tournée in Italia la sua attuale squadra, ovvero il Sydney, a Jesolo. Geniale, la preparazione nella sua terra d'origine: grande operazione marketing-nostalgia, bagno di folla, afflusso di turisti oltre la media ed economia locale alle stelle, e l'omaggio al grande calciatore è bello e pronto.

Nel gergo giornalistico, il coccodrillo è un necrologio scritto in anticipo, sotto forma di servizio televisivo, radiofonico o di giornale, sulla vita di personaggi noti, al fine di averlo immediatamente pronto non appena giunta la notizia della loro morte. Domenica 13 maggio 2012 si consumò il coccodrillo calcistico per eccellenza. Del Piero, classe 74, usciva dalla storia del calcio, almeno quello in bianconero, da vivo, con un giro di campo a partita ancora in corso; tingeva di lacrime lo scudetto della riabilitazione Juventina, con un addio annunciato dai vertici societari, in barba ai milioni di tifosi che mai avrebbero voluto questo commiato. Nel calcio, macchinetta per far soldi del nuovo millennio, la figura romantica del Pinturicchio, sempre indissolubilmente legata ai colori dell'altra parte di Torino, della fidanzata d'Italia, aveva quel tono di innocenza e purezza tipico dei bimbi che calciano un pallone in un prato, come nella canzone di De Gregori, e quel giro di campo in ovazione trasudava poesia e malinconia. Metro dopo metro la memoria proiettava accanto ai gol alla Del Piero e alle sue gesta in campo e fuori, i fotogrammi dell'ultimo ventennio: dalla discesa in campo dell'imbianchino arcoriano che mandava a puttane la penisola, passando per l'11 settembre e Genova, fino al quasi default e ad equitalia. Dal mio diploma, all'università, alla laurea, al mio ritorno in patria, fino al precariato post Tremonti e Monti. E come all'improvviso ricordarsi davanti a un televisore con i lacrimoni agli occhi, Juve – Atalanta 2002, ti fa capire che 20 dei tuoi 40 anni li hai fatti saltellando virtualmente sul rettangolo di gioco assieme a lui e ti senti inesorabilmente più vecchio. Ed un sorriso intriso di mestizia ti fa pensare a Maurizio Mosca e al suo “Ahhh! come gioca Del Piero!”. E ti vien voglia di fare la linguaccia al belpaese come ha fatto lui e andartene a svernare tra i canguri. E palla al centro, ricominciare a giocare, magari con un pezzo di lungomare che ha il tuo nome, e le mani scaramanticamente a strizzar gli zebedei. Non sono superstizioso, ma non si sa mai.


© salvatore digennaro


Nessun commento:

Posta un commento

l'infine

L'infine Affonderemo danzando, come la sala da ballo del Titanic  o creperemo testando improbabili ricette. Berremo la cicut...