martedì 13 agosto 2013

l'educazione sentimentale




l'educazione sentimentale


Ci sono dei momenti  in cui l'inutilità delle parole ti porta a regredire, tipo gli infanti. Smetti di coniugare verbi mescolandoli ad aggettivi, sostantivi e quant'altro Franca Falcucci e il seguito , t'ha obbligato a imparare, e giochi con le figure, coi disegni , con un lego di immagini una accanto all'altra inesorabilmente.
Sono figlio degli anni settanta, concepito tra una cambiale e un rischio dai miei, che volevano anch'essi provare che significa la rinascita industriale, qui a sud si sa tutto avviene con una certa latenza.
E ciò che avveniva nel mondo , io bambino ne avvertivo l'eco molto lontana, era terrorismo, parificazione terrorismo-dissidente, chiesa contro marx, e frattanto le mafie facevano i cazzi loro, pardon interessi, e quattro esagitati deviati un po da una parte all'altra metteva bombe, rapiva, rapinava, ammazzava nel nome di nonsoché. Tanto per cambiar discorso, per deviarlo dal rampante che arrampava arrampicatore ad arrampicarsi: praticamente l'odierno status symbol.
In un periodo storico atipicissimo mio personale  ma credo della collettività o delle collettività, ho visto un padre elogiare un disonesto davanti al figlio, dicendo "visto che dritto!!!", tipo "I Mostri" con Tognazzi che insegna la vita al figlioletto,  ed io che pensavo dicesse "guarda che ladro!". Mi son stretto nelle spalle, mi sono acceso la sigaretta numero n e mi sono allontanato sorridente pensando a come finisce il corto con Tognazzi: diventato grande il figlio ammazza il padre. 






© salvatore digennaro




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