venerdì 24 maggio 2013

Chi si contenta...



Chi si contenta...

L'Italica penisola, da sempre, è una nazione che s'accontenta, e talvolta gode. L'italiota s'accontenta di qualsiasi cosa, in qualsiasi campo, da sempre. Ci si è sempre crogiolati in qualsiasi dominazione, si era napoleonici quando c'era da esserlo, si è stati borbonici, savoiardi inzuppati, monarchici, repubblichini e repubblicani, fascisti e comunisti all'occorrenza, filo russi e filo americani, e berlusconiani, si è stati o s'è cercato d'essere qualsiasi cosa. Gli italiani si accontentano d'essere governati da mezze calzette autoproclamatesi al potere, come d'esser portati per la manina come all'asilo nido, da professoroni che han scarso contatto con la realtà. Ci si accontenta di stipendi da fame, magari a nero, o con improbabili contratti capestro (tanto se non ci stai, sai quanti stanno dietro la porta ad aspettare?). Ci vanno bene accozzaglie tetrapartitiche che fan rimpiangere il pentapartito di craxiana memoria. Ci si bea della musica di merda propinata dai network musicali, dai film di cacca gentilmente offerti nelle sale e dalla carta igienica stampata ed esposta in libreria, e dai fiumi di diarrea inondati dalle tv si creano status symbol di sterco. C'è chi s'accontenta di una poltrona e manda all'aria anni di battaglie, e chi s'accontenta di battaglie inutili. Ci s'accontenta proni della presenza dello Stato Pontificio quasi fosse un modo d'espiare in terra il peccato originale della nascita. Ci si accontenta di non sapere nulla delle stragi di stato, di Falcone e Borsellino, di Piazza Fontana e Ustica, però si conoscono a memoria le musichette degli spot pubblicitari.
E ci si contenterà di rinviare il pagamento dell'IMU e non so fin quanto si godrà dell'aumento dell'IVA. E alla fine ci si contenterà della gita fuori porta, della mortadella al posto del prosciutto e del lavoro a nero oppure a casa. E al solito, alla maniera tutta italiana, si godrà, emorroidi permettendo.


© salvatore digennaro


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