domenica 19 maggio 2013

sole



sole


E' una giornata come tante, col sole che sembra uscire da un momento all'altro, ma non lo fa, dispettoso; un grigio monocorde disegna il cielo come un soffitto di fumeria turca. Ho perso il lavoro, non lo trovo più, perso la mia dignità di donna, e di mamma. Sandro se ne è andato, portandosi dietro le bambine. Il giudice ha sentenziato: abbandono del tetto coniugale perche fedifraga. Sono una puttana per la legge, e per mio marito. Sandro ha scoperto che andavo a letto col direttore del personale. Ci andavo perchè mi rinnovassero il contratto, per le bambine, credo, anzi ne sono certa. E il cielo mi pesa quanto la sentenza. E la vergogna. Mi pesa addosso e mi sento gobba, sporca e stupida, mi sento ingannata. Sandro andando via mi ha detto che l'ho ingannato. Oltre l'orizzonte, dietro la collina, il sole sembra dirmi idiota, sembra dirmi una qualsiasi cosa, ma tace, e si nasconde. Come gli dei, mi osserva, forse, e si nasconde. Sara D'Amato, lo scandalo dell'azienda, licenziata in tronco perchè si scopava il direttore. Quel porco, premeva sul rinnovo del contratto, e sui miei jeans. Hai il culo come il sole, tondo e caldo, diceva. Porco! Porca miseria, ho perso tutto, tutto per non perdere quel che avevo già. Se mi licenziano che faccio? Idiota, si , imbecille, e stronza... Sandro ha detto "non ci posso credere...", e ha chiuso la porta, con le bimbe. Se ne è andato. Se ne è andato tutto. E sono sola, sola come quando nella culla, mi raccontava mamma, urlavo perchè qualcuno venisse. E il cielo ingrigia i miei capelli e le mie occhiaie.


E' bello piangere di gioia, si vedono le occhiaie, ma un po di fondotinta copre tutto. Fresca di parrucchiera e di felicità. Speriamo che non piova, sennò è la fine, mi si gonfieranno tipo panettone i capelli. Immagino che faccia farà mamma: assunta, tre anni e poi il rinnovo, assunta. Come la madonna, in cielo. Non ci posso credere. Quando aprirò la porta a casa e lo dirò alla mamma, già me l'immagino, inizierà i pipponi, su quanto papà sarebbe orgoglioso di me, e piangerà, come sempre, ma di gioia stavolta. Assunta, in un giorno grigio, senza sole, nell'anno della crisi, assunta. Santa Di Santo, assunta, con un nome così, sembra un miracolo programmato, già scritto. Una raccomandazione degli dei. Lo vedo il sole, dietro la collina, e lo sento dentro, e mi sento di volare e di splendere. Non vedo l'ora di dirlo a Samuele, non ne sapeva nulla del colloquio. Finalmente possiamo fare, come dice lui, 4 figli maschi, più io 5, la squadra del calcetto. Potremmo prendere quella villetta dietro la collina, quella con gli abeti ed il ciliegio. La nostra casa. Che bello , almeno uscisse il sole, sarebbe un film, di quelli americani, mi sento come Julia Roberts. Non merito sto grigio. Sembra una giornata come tante, ma è il giorno più bello della mia vita. Adesso faccio il voto e smetto pure di fumare.


"Siamo nate sole e sole moriremo", dicevo a Sandro. E lui, con la sua faccia da bambino eterno rispondeva "siamo nati sole e sole moriremo", e mi sorrideva, forse per questo mi sono innamorato di lui, perchè giocava con le parole, filosofeggiava nel solo spazio di una lettera, e faceva le rivoluzioni, sfanculizzava tutti, per orgoglio, con due figli. Ma lo amavo , l'ho sempre amato e diosolosa quanto lo amo adesso.


Quanto lo amo, Samuele, ed anche lui mi ama. E capirà che io e la mamma non possiamo restar sole. E sicuramente sole non saremo. In campagna mi ci porto pure lei, a vivere con noi. A prendersi cura dei bambini che faremo. 4 figli maschi, più lui, la squadra del calcetto. 


Ora li comprendo , chi la fa finita, chi guarda il sole per l'ultima volta e poi si immerge nel nero più nero della vita, ed esercita a pieno titolo il suo sacrosanto libero arbitrio, alla fine 4 piani, una discesa, e poi si torna sole, e poi si va nel sole, o nella luna, o si diventa neve oppure non si è più e basta.


Io non li capisco, quelli che vivono in questi casermoni di otto, dieci piani, vuoi mettere stare li dietro la collina, li dove muore il sole, d'accordo ognuno è libero di viver dove meglio crede, ma in questo grigio quasi nero, non ce la farei. 


Non ho più niente da perdere, mi mancheranno le bambine e Sandro, e finalmente vincerò le mie vertigini, mi pulirò dalla vergogna e poi chissà...


Smetto di fumare, ho deciso, ma dopo questa sigaretta, giuro, l'ultima della mia vita e poi lo dico a Samuele, gli dico tutto tutto, del lavoro e della casa e della decisione di smetter di fumare e infine della mamma.


Togliti cretina, proprio adesso devi accenderti la sigaretta! Spostati!


Ah, mi piace proprio fumare, ma questa voce da dove arriva?


Mi fa male tutto ma sono viva, chi è questa qui', l'ho travolta poveretta e si lamenta, soffre, son piena di dolori ma son viva, manco si è libere di morire sole a questo mondo....ma ho troppo male per morire...

Cos'è accaduto, oddio, mi duole tutto e mi sento spegnere come un cerino, mi è caduto addosso un pianoforte, iddio mi ha preso alla lettera, l'ultima sigaretta, ma non era così che intendevo, mi sto spegnendo piano, mi fa male tutto ma sembra che non faccia male a me, mi sento che sto andando via, allora è vero che quando si muore si muore sole..........

© salvatore digennaro


2 commenti:

l'infine

L'infine Affonderemo danzando, come la sala da ballo del Titanic  o creperemo testando improbabili ricette. Berremo la cicut...