giovedì 30 maggio 2013

postumacia


postumacia



I nazifascipostmoderni hanno detto della Rame: "Saluti all'inferno e salutaci Don Gallo". A prescindere che i due ex-ottuagenari in questione, mi stavano simpatici, e forse mancheranno a questo paese infame, riflettevo sul fatto che oltre chi pensa per sentito dire o se vogliamo, sentito urlare, è difficile andare. 



Franca Rame era una donna coi controcoglioni, è da questi beceri nostalgici già è stata violentata in vita, e lei genio del blues dell'esistenza, ne ha tratto un monologo che è un calcio nei coglioni ad ogni uomo, perchè il teatro è vita, è blues ed è salvezza e calci nelle palle.

 Don Andrea, era la buonanovella deandreana fatta prete, il compromesso storico, quello serio. E De Andrè ebbe a scrivere accompagnando Tenco al cimitero di Ricaldone: "perché non c'è l'inferno  nel mondo del buon Dio..." ed io di De Andrè mi fido da sempre. E i servi di ogni tipo, leccaculo e voltabandiera, al genovese non piacevano. E manco a me. 

E ammesso ci sia, l'inferno e ci stiano la Rame, De Andrè, Don Gallo, e sicuramente Jannacci e Gaber, e forse Berlinguer e Pertini, e Andrea Pazienza, e tanti altri.. sarà più facile, ancora citando il Faber, in attesa che comunque il mio trapasso accada (purtroppo tocca anche a me, come a tutti)  dire:  "non maleditemi, non serve a niente, tanto all'inferno ci sarò già". 



© salvatore digennaro


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