C'E' POSTA PER TE
L'insonnia è un disturbo del sonno
caratterizzato dall'impossibilità di addormentarsi o di dormire per
un tempo ragionevole durante la notte, un'amica fedele che ti si
presenta puntuale al capezzale giusto un attimo prima di Morfeo
sbarrandogli la strada come la più stakanovista delle sentinelle.
Sono anni che puntualmente, mentre tuttattorno va tacendo, lei
giunge, mi si piazza davanti e mi costringe ad attender l'alba. E
allora cerco di sconfiggerla, leggendo oppure scrivendo, o
dedicandomi a lavoro arretrato. Durante queste non rare nottatacce,
talvolta mi vien fame e quindi vado, come un esploratore coraggioso,
a recuperare viveri in un frigo perennemente vuoto. Il frigo vuoto è
un disturbo figlio del precariato.
Quando l'appetito notturno supera i
limiti di sopportazione, sovente mi porta ad uscire nel cuore del
buio e a recarmi presso una panetteria che sforna la focaccia ancor
prima dell'aurora: una splendida droga per le papille gustative.
L'altra notte ho avvertito un certo languorino. Mi sono imbacuccato
come l'omino michelin, e preso coraggio mi sono avventurato verso il
panificio di fiducia quand'ecco che li ho visti, gli zombies del
nuovo millennio, apparentemente usciti dal videoclip “thriller”
di Michael Jackson. Una decina di anziani, a passo lento, si recavano
alle 3 della mattina(o della notte) verso la sede centrale delle
poste, un paio di loro avevano persino una sedia. Stupito, ho
abbassato il finestrino e chiesto al vecchietto prossimo all'auto
cosa ci facevano all'addiaccio, il vegliardo , occhi di ghiaccio mi
ha detto:”E' per la pensione...ci mettiamo in coda aspettando che
apre la posta, non riusciamo ad arrivare a fine mese e appena
riscuotiamo abbiamo già tutte le scadenze che ci aspettano”, poi
mi ha sorriso, ha aperto la sedia pieghevole che aveva con se, e si è
seduto. Io, ebete, son ripartito, e mentre nel retrovisore vedevo la
colonna silenziosa davanti all'ufficio ancora chiuso, ho pensato ad
auto blu, decretini, portaborse e al nuovo millennio, ho scatarrato
fuori dal finestrino immaginando mille e più volti al posto
dell'asfalto e me ne son tornato ancor più triste a casa.
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