mercoledì 28 novembre 2012

Georgia on my mind


Georgia on my mind

Quando raggiungi una certa età e passi pericolosamente e inesorabilmente i 40 anni di presenza sul pianeta, t'arrivano strane idee per la testa. Quando poi vedi cadere uno ad uno i tuoi amici di sempre all'epidemia del matrimonio, i pensieri si incupiscono ancor di più. Quando invece vedi gli stessi regredire infanti all'arrivo del primo figlio, ti si stampa in viso un sorriso, vieni preso da un magone frammisto a tenerezzapostdatata e ti vien persino da fantasticare su una tua potenziale paternità. Vista la mia cronica ritrosia alla vita di coppia ho pensato ad altre vie per poter soddisfare la mia voglia d'un erede: l'adozione (vietata a single precari) e la ricerca di un utero in affitto, pronto a concepire, anche in vitro, partorire ed allattare mio figlio e successivamente dileguarsi nell'anonimato (ma quale donna sarebbe disposta a mettere al mondo un bimbo per poi privarsene?). Poi ancora ho pensato all'eventualità che potesse accadere questo strano parto, e penso al frugoletto a me somigliante che giunto al dono della parola mi chiede fissandomi negli occhi: “ma in che schifo di posto m'hai messo al mondo?” . Ci ho meditato parecchio, poi ho rimembrato la storia dell'amico immaginario che ci si creava da piccoli, e mi sono inventato un figlio anzi una figlia immaginaria, bellissima come la più bella delle albe, l'ho chiamata Georgia, l'ho coccolata fino a quando s'è addormentata, l'ho adagiata sul petalo del mio pensiero più positivo, e lasciata li a dormire col mio sorriso stampatole sul volto.


© salvatore digennaro


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