Fuga per la vittoria
Chi non ricorda il magnifico film di
John Houston interpretato da Pelè, Stallone, Max Von Sydow e
Michael Caine? La partita tra i tedeschi e i loro prigionieri,
ambientata durante la seconda guerra mondiale, che terminava con un
rigore parato da Stallone e l'invasione di campo da parte dei tifosi
alleati che salvava la vita agli avversari del Reich.
Nell'Italia Videodrome me l'immagino la
partita del cuore, tra i repubblichini di nuova generazione
capeggiati dal glande puffo e i povericristi che, intelligenti fuori
dal comune, si vedono ridotte le possibilità di studio, ricerca e
lavoro dal popolo delle soubrettes. L'inno nazionale voce e chitarra
apicelliana, lo spot del presidente-capitano-allenatore-giocatore,
che prende il microfono, menomale che il microfono c'è, sciorina
statistiche chiudendo con lo slogan “in tre anni sconfiggeremo il
cancro”. E me lo sogno un epico 4 a 3, modello Italiagermania del
70, e un invasione di campo stile maracanà esaurito, con i tifosi a
prendere a calci nelle parti basse la squadra intera del grande
imbonitore. Ma la vita non è un film. Le belle menti della
Chiquitalia, se ne vanno all'estero, sola andata, senza manco una
partita da giocare. La pellicola di Houston si ispirava ad un evento
reale: l'incontro di calcio tra una selezione tedesca e una di
giocatori dell'Est europeo che, se avessero vinto, sarebbero stati
liberati. Vinsero gli est-europei che, nonostante la vittoria, furono
fucilati.
Appunto.
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