giovedì 29 novembre 2012

CONDOMinio


CONDOMinio

Ho sognato di svegliarmi in uno di quei condomini nuovi di zecca che sorgono alle pendici delle nostre cittadine d'arte, ho sognato di svegliarmi al suono di un peto dell'ingegnere che abita al quarto piano interno 2, io che abito al primo. Ho sognato di svegliarmi al vagito del neonato della palazzina 3, sesto piano, io che abito alla palazzina 5. Ho sognato di svegliarmi al sordo suono di un Bimby riecheggiante dall'attico della palazzina 1. E ho sognato di uscire di casa, passare tra schiere di gru e cantieri, salutando carpentieri senza caschetto protettivo ed evitando accuratamente architetti sotto extasy. Ho sognato di passeggiare in un centro storico abbandonato a se stesso e fatiscente, ma ero sveglio, ho visto alta architettura povera stagliarsi nascosta dalle erbacce a dimostrare che esistono una storia e un buon gusto, che esiste un modo civile per vivere e a misura di bambino, ma è tutto abbandonato a se stesso, e lontano rumori di gru e olezzo di cemento. Mi son messo in auto e ho preso la via per le campagne, e ho visto ville in cemento armato fino ai denti, cozzare accanto a masserie e casolari abbandonati. E ho immaginato questi antichi insediamenti intelligentemente umani, abitati, rifioriti, restaurati. Ho immaginato le vie dei borghi antichi pullulare di bambini che giocano, fiorenti di attività commerciali a basso impatto, e piene di turisti in Reflex. Ma stavo sognando. Lo sciacquone della signora Assunta, palazzina 8, settimo piano, mi ha risvegliato.


© salvatore digennaro


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