mercoledì 28 novembre 2012

troppo spesso


troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante



I saggi comunisti degli anni 70 dovrebbero cospargersi il capo di cenere per molteplici motivi; Non mi va di fare un'analisi politica. Ma di parlar di arte. Una pecca, artistico-culturale dei sinistrosi italici è aver preso Lucio Battisti e averlo additato come fascista, quindi relegato nei jukebox con le canzonette da spiaggia nazional popolare(cosa a lui almeno redditizia), i compagni ancora pensanti invece s'ascoltavano le sue canzoni di nascosto, sennò che doveva dire il partito? Lucio Battisti credo sia stato il più innovatore musico italiano, il suo legame con Mogol ha prodotto note e parole, suoni, atmosfere che si sono insinuate nel DNA di intere generazioni. Ma l'offesa più grande, al Lucio nazionale, è stata, oltre al marchio politico a tutti i costi, tipicamente rosso(o con noi o contro di noi); la cecità verso il sound dell'artista di Poggio Bustone, l'innovatore funky soul, il rock, il progressive, le sperimentazioni elettroniche, questo era Battisti. Ma tutti a chiedere “acqua azzurra acqua chiara”. Ascoltando “Gente per bene e gente per male”, si avverte forte il malessere del cantante. Cesare Battisti, il terrorista omonimo, invece non era molto antipatico ai sinistroidi italiani, non lo è tuttoggi; è la stessa sinistra che cerca di berlusconizzarsi accusando Berlusconi di inciuci più o meno legali, che tace sui conflitti d'interesse e si fa prendere con le mani nella marmellata, che resuscita lo showman di Arcore e che cieca nicchia davanti a p2, p3,p4. Come si suol dire: c'è Battisti e Battisti.




© salvatore digennaro



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