domenica 2 giugno 2013

il sogno




IL SOGNO
Non so se sognavo o ero desto, ma nel dubbio scappai....corsi senza muovermi e come Dante passai oltre.... E poi la incontrai: era la porta del cielo o dell'inferno, sapeva d'acqua dopo un pomeriggio afoso di sole e sapeva di eco interminabile di nota in minore. La mia essenza era intrisa nell'assenzio di un'assenza assente. Assente era lei, l'unica lei a cui avevo regalato la elle maiuscola, sempre piu' un semplice errore ortografico era lei. Presente era lei, una presenza presente, al presente. Non v'era nulla da dare al futuro. Nulla da concedere.
La rincontrai e la guardai difronte a me ,e tra noi la scacchiera, la mia mossa l'aveva disorientata, era stretta li tra torre e cavallo, mi guardava con mille smorfie che davano al suo viso technicolor puro, un arcobaleno, io li orgoglioso e rincoglionito mi beavo perdendomi in lei. “scaccomatto”, disse. “lo sapevo”, dissi; pur di giocare con lei, avevo finto di non accorgermi di tre scacchi alla regina. Giocavo per perdere. E mi perdevo. E mi fermai, mi fermò. E mi svegliai, o almeno così mi parve, con il sole che si affacciava, tra le bizzose nubi del mattino. E mi svegliai, mi stropicciai gli occhi, e vidi il mare, i monti e l’orizzonte. E mi svegliai, ma dormivo. Parlavo, ma con nessuno. Pensai di fuggire, ma non mi muovevo. Tra il benedire e il maledire, la brezza del mattino mi svegliò. Mi guardai intorno, sbadigliai, mi riaddormentai, forse per sempre. Il campanello mi riportò alla dura realtà: il postino. 247 euro per eccesso di velocità.


© salvatore digennaro


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