domenica 28 aprile 2013

strategie


Come nei migliori film hollywoodiani, nel mentre il governo dell'inciucione si insedia. Con i media proni ad osannare chi dopo ventanni di governi alternati che ci hanno affossato, si mette insieme per salvarci. Arriva in giacca e cravatta, davanti a Palazzo Chigi, senza nessun controllo, un calabrese psicolabile causa crisi e spara a due carabinieri. Sono contrario ad ogni tipo di violenza, e sono vicinissimo alle forze dell'ordine colpite, come Pasolini credo che siano figli del popolo mandati a fare il loro dovere, a difendere lo Stato, e purtroppo anche i criminali votati dagli imbecilli. Spero che i ragazzi feriti si riprendano presto, ma ci sono troppe incongruenze nell'attentato e casualità alquanto strane. Come stranamente i media stessi stanno associando questo episodio alla protesta grillina in primis. Partono le foto dei ministri in visita ai feriti e l'indignazione monta come la panna sul gelato. Monta persino Alemanno. Unanime l'invito a moderare i toni, ed i richiami a strategie delle intenzioni, delle tensioni e le intenzioni. Medito e osservo e mi documento, frattanto vi lascio con questa pillola di storia:  "Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito. Gli universitari invece lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì."  Francesco Cossiga (2008).


© salvatore digennaro


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