venerdì 5 aprile 2013

Voce fuori campo




Un campo può essere visivo, magnetico, da calcio od una specializzazione, o un campo di grano profano. Campo è pure il presente indicativo di campare. Una voce è una voce, solo una voce, come lo era quella di Montanelli, o come quella di codesto blog ove mi honoro di pittar un centinaio di battute. Lo è quella di qualsiasi autorevole noto, famoso e/o portatore sano di seguito, fino a  quella di un semplice stronzo che calca il pianeta. Nel cinema si intende per fuori campo tutto ciò che accade oltre l'inquadratura. Negli sport le voci fuori campo sono quelle dei tifosi, che incitano i propri beniamini e riempiono di sfottò la squadra avversaria, è fuori campo anche la voce del mister che detta gli schemi alla propria compagine, e quella dello speaker che annuncia le formazioni. Voce fuori campo per eccellenza è quella del conduttore radiofonico. L'articolo 21 della Costituzione Italiana recita “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, un inno alle voci. Nel gioco del baseball, un fuoricampo è una battuta valida grazie alla quale il battitore, dopo aver spedito la palla appunto fuori dal campo senza commettere fallo, può girare tutte le basi, finendo a casa base e realizzando in tal modo un punto per la propria squadra, oltre a "portare a casa" tutti i compagni già in base. Il mio fuoricampo tende a leggere gli eventi più disparati e disperati, con una parvenza di ludico disincanto, ed è solo una voce che geograficamente proviene da lontano. Ma viva la rete. Mandare la palla in rete, nel calcio è gol, nel tennis punto all'avversario. Nel tennis la palla fuori campo è punto all'avversario. Grazie al cielo ho il gomito del tennista.

© salvatore digennaro


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