mercoledì 19 giugno 2013

il delirio



Il delirio
Adolfo Celi è stato uno dei più grandi attori del cinema italiano e non solo.
L'altra notte, tipo le 3, avevo fame e complice il mio frigo perennemente vuoto, ho fatto una capatina a casa di mamma, silenziosissimo per non svegliarla, e le ho svaligiato un tot di provviste. Apparecchiato il lauto pasto, ho notato il telecomando della tv, oggetto sul quale non digitavo da anni: da quando il mio televisore è imploso, mai il pensiero d'aggiustarlo m'è venuto. Sarà stato l'assordante silenzio della notte, ma non ho resistito e ho pigiato un tasto e poi un altro e un altro ancora. Tra televendite, immagini cosi' di repertorio che mi son sentito vecchio all'improvviso, un po di tettevarie montroniane, veline in replica e leccaculismi assortiti, ho beccato su un film appena all'inizio, titolo “L'alibi”(1969) con la regia di Celi, Vittorio Gassman e Luciano Lucignani. La storia parallela e autobiografica di tre ex allievi della “Silvio D'Amico” che si ritrovano dopo 30 anni completamente cambiati. Gassman l'istrione per forza e a forza, Lucignani nostalgico comunista amante delle donne e Adolfo di ritorno dal sudamerica. Celi s'è vissuto il secondo dopoguerra in Brasile, facendo teatro e diventando il secondo eroe dei due mondi. Ritornato in Italia dopo 15 anni è diventato il Commissario Petrosino, Lord James Brook di Sandokan e il Sassaroli di Amici Miei, entrando nell'immaginario collettivo dell'Italia dei '70. Terminato lo spuntino e il film, ho riraggiunto le mie stanze con una lacrima che si è insinuata nella mia barba, sorridendo pensando al Sassaroli , e al Brasile, e al film, che vi consiglio per un Gassman oltre le righe. Ho guardato la mia tv installazione futurista. E ho riso pensando all'Italia. Non quella di Prandelli.

© salvatore digennaro


Nessun commento:

Posta un commento

l'infine

L'infine Affonderemo danzando, come la sala da ballo del Titanic  o creperemo testando improbabili ricette. Berremo la cicut...