lunedì 17 giugno 2013

L'afa



L'afa
Io ho uno strano rapporto con la calura estiva, vado quasi in stand by, e al massimo profferisco qualche frase insensata, ma qualsiasi minimo movimento mi stanca e mi fa sudare.



 Ho un rapporto quasi morboso con condizionatori e ventilatori, mi ci fidanzerei, ci passerei le notti, queste notti, a farmi tenere in vita. Un filo di vento è pura utopia, il buon dio sicuramente è in visita agli Inuit ed io sto cuocendomi come il più avvenente dei capponi. Amore, odio, rancore, fiducia, fede, dubbio, politica corrotta, scempi ecologici, politici arrampicatori, frustrati sedotti e abbandonati, gente che non ha ne arte ne parte che sta nella stanza dei bottoni, e guerre, e un sacco di minchiate a loop: tutto mi passa davanti ma fa troppo caldo per coglierne le varie essenze o assenze. Nano, gigante, bello, brutto, ladro, furbo, simpatico, intrigante e languido e sensuale: mi sfila davanti un campionario di umani non umani, ma a 40 gradi è stare in febbre perenne, e stanca, e manco di lucidità, e mi incazzo. E sudo. Tu mi leggi, sarai in ufficio, o sul cesso, o su una panca, ma mi leggi e ti ringrazio. Non reputi assolutamente razionale questo mio modo di scrivere, oggi, ma continui a leggere, vuoi sapere dove e come va a finire. Ce l'hai con me, perchè in fondo credi che ti stia pigliando in giro e sto facendoti perdere tempo prezioso, tempo da dedicare a cose più importanti. L'avrai pensato sicuramente che il caldo m'ha fuso i due neuroni separati in casa, che ospito in zucca, un sospetto l'avrai avuto. Hai perfettamente ragione.


© salvatore digennaro


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