mercoledì 5 giugno 2013

Tonti e finti tonti





Il mondo è tondo, usan dire i vecchietti, in una sorta di religiosa accettazione della vita,  quando capita qualcosa che non dovrebbe accadere.


Visti gli ultimi accadimenti planetari, vien da affermare che il mondo è tonto. Tonto è un termine di derivazione spagnola, significa leggero, stupido, melenso, idiota, ottuso di mente, sciocco. In fondo il tonto, poveretto, ha dei limiti intellettuali non causati dalla propria volontà: purtroppo non ci arriva. Le strade dei paesini pullulano di queste persone, che nonostante l'età adulta, si comportano da bambinoni mai cresciuti. Fanno quasi tenerezza. Stanno li a chiederti spiccioli, o una sigaretta, oppure a farsi offrire un caffè, o un gelato o una birra. E la loro disarmante innocenza fa si che ogni avventore s'affezioni ad essi, e magari capita che coi loro modi sempre gentili, questi ragazzi riescano a conquistare la stima e l'affetto di tutta una comunità, persino una velata protezione, diventano i figli meno fortunati di una popolazione.
Visto questo non trascurabile risvolto umanitario, capita sovente che persone che non hanno disturbi psichici, non hanno ritardi d'apprendimento, ne turbe, decidano, per combattere la loro inutile e invisibile esistenza, d'assumere le sembianze dei veri tonti, per ricerca di attenzione o di pietà, o per essere soltanto considerati. E' il caso dei cosiddetti scemi di guerra, dei fessi per non pagare le tasse, degli imbecilli patentati che non sono cretini ma furbetti di pessima fattura. Dicesi finti tonti. Li riconosci dall'eterno sorriso ebete stampato sulle loro stupide facce da culo e dai discorsi inutili, tanto per dar fiato alle corde vocali. Ciucci e presuntuosi, essi non hanno la poesia insita delle frasi dei ragazzi veramente con problemi. Si muovono idioti per coprire le proprie furbizie e nefandezze ed hanno la stessa vitale importanza che potrebbe avere un cubetto di ghiaccio venduto al polo nord. Solitamente si annullano prestando il fianco o il deretano al potente di turno. Quando non ci riescono, li vedi vagare nello spazio e nel cyberspazio, portatori di istanze insignificanti come le loro presenze. Il dramma atroce è che manco sacrificando una sigaretta o un caffè, o una birra, o qualche monetina, te li togli dai coglioni.


© salvatore digennaro


Nessun commento:

Posta un commento

l'infine

L'infine Affonderemo danzando, come la sala da ballo del Titanic  o creperemo testando improbabili ricette. Berremo la cicut...