martedì 9 luglio 2013

Inane profundum




Inane profundum
Anno Domini 2018.La chitarra, anzi le chitarre, sono accordate, anche le mie corde vocali.


Le bombe sono un fragoroso eco-ricordo, sono vicinissime anzi lontane, la puzza di polvere da sparo o cosa cazzo è, entrata come etere nell’atmosfera, si è mescolata all’odore di cipolla fritta e al profumo del basilico che custodisco come una reliquia. Poi le scarpe da tennis hanno fatto il resto. Terribili sono stati gli spari, sembrava un eterna festa del redentore veneziana. Eccezion fatta per il rosso fuoco della vegetazione, dopo, sembrava l’Etna. Ora è il silenzio, che ti fa cantare o urlare o sussurrare o soltanto tappare le orecchie. La corrente manca da cinque mesi, ogni tanto provo per inerzia a premere l’interruttore ma è tipo grattarsi la testa, lo si fa senza sapere di farlo. Lo si ricorda soltanto dopo..La chitarra, anzi le chitarre, sono accordate, ma l’ultimo fuoco d’artificio, l’ultimo, mi ha reso sordo. Da piccolo aborrivo le miccette natalizie quelle che si accendono per festeggiare, più tardi ritenni decisamente deplorevole il tenere in mano una cazzo d’arma, poi ancora dissi “Al culo le molotov”. La lotta deve essere armata dissi e le mie armi sono le parole e le note. Neanche allora avrei mai pensato che mi sarei ritrovato qui, in questa specie di cascina, senza sapere cos'è accaduto fuori, tutt’intorno. Senza sapere che fine han fatto il resto dei miei simili e i miei affetti. Senza conoscere il destino dei miei simili, ammesso sian stati mai miei simili. Mi sono avvolto in me stesso come un gomitolo e scelto di non scegliere, e di non farmi scegliere. Le chitarre sono accordate e mi guardano stupite perchè non le abbraccio più. 


© salvatore digennaro


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