martedì 30 luglio 2013

La lista della spesa



La lista della spesa


L'Italia è un ipermercato fondato sulla reclame: tu compri perchè ti dicono di comprare, per stare al passo coi tempi e con la tecnologia, per mostrare, per far bella figura, per stare in trend. Uno spaghetti-Orwell che manco Leone si sarebbe immaginato. Tempi duri questi, la crisi, il precariato, la mancanza del futuro, l'euro che chissà se regge, ma tu compri, anche se non hai soldi. I soldi, quelli poi arrivano in qualche modo, un finanziamento per la “wii”, uno per l' “I-phone”, uno per l'auto con o senza incentivi, uno per rifare la cucina, uno per il bagno, e poi vuoi mettere, quest'anno mica metto gli stessi abiti dell'anno scorso, cosa mi andranno a dire? Poi a natale o sotto le ferie, è tempo di saldi e l'ipermercato è pieno di lucine, e chissenefrega se non si sa chi ci governa e chiunque ci governi ha deciso, tramite legge incostituzionale, di stare nella stanza dei bottoni, senza chiedere il permesso al popolo, tanto il popolo compra. Le lucine abbagliano, tutto rateizzato, tutto in offerta speciale, dal reggiseno fosforescente alla t-shirt del duce, ultimi pezzi. E frattanto il numeroso e rumoroso popolo degli sconfitti, degli scontenti, dei senza un domani avanza, e si scontra contro i manganelli di chi dovrebbe proteggere loro, ma si tratta di poveri cristi che ricevono ordini, poi esisterebbe l'obiezione di coscienza, ma anche i pannolini dei figli dei poliziotti costano. Ma adesso la pubblicità. E c'è il nuovo film 3d, o il prossimo abbonamento tuttocompreso, cosa centrano questi precari, questi esodati, questi disoccupati? Non fanno manco audience e non vendono.

Io ci ho provato a muovermi tra gli scaffali di questo market a cielo aperto, volevo comprare un po' di serenità e di pace, non guasta mica; ho chiesto a una velina-commessa dove fosse, mi ha mandato tra i tablet in offerta e il sushi surgelato ma lo scaffale era vuoto. Per non fare una magra figura mi son comprato un Cd ristampato di De Andrè, “storia di un impiegato”, ho attraversato la strada, di lontano sentivo le proteste provenienti dal Brasile, dalla Turchia e dall'altra parte del Mediterraneo, dalle vetrine i plasma di ultima generazione sputavano immagini di plastici a piacere a cura di Bruno Vespa; mi sono incamminato, riattraversare l'uscio di casa e chiudermi il centro commerciale alle spalle mi ha fortunatamente risalvato la vita. Ancora una volta.


© salvatore digennaro




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